“Chi ama il suo sogno politico più del Paese stesso finirà per distruggerlo, ama la sua scelta personale più del bene comune. Per questo la Chiesa riafferma l’impegno a cercare l’unità attraverso il dialogo sincero, creando ponti di comunione e solidarietà per superare le differenze e superare le polarizzazioni”. Lo afferma, prendendo spunto da una frase di Dietrich Bonhoeffer, il presidente della Conferenza episcopale peruviana (Cep), mons. Miguel Cabrejos, arcivescovo di Trujillo, in un’intervista al quotidiano “El Comercio”.
Anche dopo l’insediamento del presidente Pedro Castillo, il Perù non vive momenti facili. Ha suscitato polemiche e diffuse perplessità (soprattutto tra i settori moderati che avevano comunque appoggiato il nuovo presidente per evitare che la nuova presidente fosse Keiko Fujimori, figlia del dittatore Alberto) la scelta del nuovo presidente di affidare il ruolo di primo ministro a Guido Bellido, profilo di estrema sinistra, estimatore del regime castrista cubano, vicino al leader del partito Perù Libre, Vladimir Cerrón, di estrazione marxista.
Prosegue mons. Cabrejos: “Il Perù è diviso, ma non otteniamo nulla difendendo il nostro sogno personale invece del sogno comune. Dobbiamo creare ponti sinceri di fraternità e solidarietà. Dobbiamo costruire, non distruggere. Mentre commemoriamo il bicentenario, dobbiamo cercare un nuovo inizio che includa tutti, in modo che nessuno sia escluso. La Chiesa crede nel bene comune, nel progresso integrale, ma non di pochi, escludendo gli altri. Questo può diventare davvero brutto. È una grande sfida superare la polarizzazione in questo Paese”. Prosegue mons. Cabrejos: “Dobbiamo impegnarci tutti a rafforzare il lavoro collettivo per la salute integrale dei nostri popoli, per la salute di tutti. Certamente in questo la Chiesa svolge un ruolo importante attraverso le opere sociali. Dobbiamo continuare ad agire soprattutto per i più poveri, donne e bambini”. Il presidente dell’episcopato, nell’intervista, ribadisce che non è compito della Chiesa esprimere appoggio o condannare i governi e i partiti politici, nel rispetto per le istituzioni democratiche.