Laila El Harim, 40 anni, una figlia di 4 anni, è l’ennesima vittima di una macchina, l’ennesima morte sul lavoro, di lavoro. In attesa delle indagini che dovranno chiarire l’accaduto, le Acli esprimono “forte cordoglio e solidarietà alla sua bambina, al suo compagno e ai suoi cari” e “profonda indignazione per un Paese che non riesce a fermare questa scia vergognosa di morti”. “Visti gli investimenti del Pnrr che punteranno prioritariamente sulla digitalizzazione”, le Aci chiedono “che con rapidità si giunga a dispositivi per il controllo da remoto della sicurezza dei macchinari da parte delle autorità”: “Si tratterebbe di un investimento minimo che potrebbe salvare molte vite, scoraggiando anche eventuali manomissioni degli impianti”, si legge in una nota. Introdurre, nelle materie scolastiche obbligatorie, un corso sulla sicurezza sul lavoro, l’appello delle Acli, secondo le quali occorre inoltre interrogarsi sulla politica dei controlli sulla sicurezza: “Non è un argomento che si può semplificare, ma di fronte a questi fatti ci si chiede se non ci sia una strada per una loro organizzazione più agile ed efficace, partendo anche da forme più puntuali di analisi e utilizzo dei dati”.