L’esplosione nel porto di Beirut, il 4 agosto 2020, “ha danneggiato o distrutto 160 scuole”. Lo ricorda, in una nota oggi, Caritas Svizzera. Allo stesso tempo, “la pandemia continua a impedire il normale svolgimento delle lezioni”. In collaborazione con la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (Dsc), “Caritas Svizzera contribuisce con un altro progetto a garantire lezioni di qualità nonostante la crisi multiforme che sta vivendo il Paese – spiega la nota -. Mentre la Dsc si è dedicata alla n. 13 – 2 – ricostruzione delle scuole, Caritas Svizzera ha predisposto l’insegnamento a distanza in sette istituti insieme con i partner locali Ana Aqra, Caritas Libano e Seenaryo”. In questo modo, “i bambini possono continuare a seguire il programma scolastico nonostante le scuole inagibili e l’assenza delle lezioni in presenza durante la pandemia. Un programma virtuale di supporto all’apprendimento, i corsi di perfezionamento per gli insegnanti e l’assistenza psicosociale garantiscono l’accesso a un’istruzione di qualità e al sostegno psicosociale agli alunni particolarmente vulnerabili che hanno urgente bisogno di un recupero scolastico e la cui salute mentale è a rischio”. Caritas Svizzera evidenzia: “Gli aiuti sono più che mai essenziali poiché le forze e le risorse, in particolare quelle delle persone più indigenti in Libano, si sono esaurite da tempo. Il Paese, strutturalmente debole che ha accolto più di 1,5 milioni di profughi siriani dall’inizio della guerra in Siria, è sull’orlo della bancarotta. L’economia e le infrastrutture sono irrimediabilmente sovraccariche e anche le tensioni interne tra i profughi e la comunità ospitante si stanno accentuando. L’aumento della povertà e della disoccupazione nonché il rapido declino della moneta locale segnano la vita quotidiana della popolazione”.