Da sabato 4 settembre anche Roma avrà la sua CasArché. Ci vivranno le mamme e i bambini accolti nella comunità “Casa Marzia” e vi troveranno spazio anche gli uffici romani della Fondazione, replicando nella Capitale l’esperienza milanese di CasArché. L’inaugurazione è fissata per sabato 4 settembre, in via Monte Pramaggiore 8, a partire dalle 10, alla presenza, tra gli altri, di mons. Gianpiero Palmieri, vicegerente della diocesi di Roma.
“L’inaugurazione di CasArché a Roma è una tappa importante del percorso quasi trentennale che Fondazione Arché ha compiuto nella Capitale – spiega una nota -. Agli inizi, tra il 1993 e il 1994, i suoi volontari e operatori erano a fianco dei bambini e delle bambine sieropositivi e dei loro genitori ricoverati presso l’ospedale pediatrico ‘Bambin Gesù’; poi, sempre negli ospedali, hanno garantito sostegno alle partorienti e alle neomamme mentre nei Municipi I, V e VII con il Servizio per l’integrazione e il sostegno ai minori in famiglia hanno affiancato i ragazzi e le ragazze più in difficoltà”.
Con l’inaugurazione di CasArché la Fondazione propone a Roma una delle attività che contraddistingue il suo operato: l’accoglienza di mamme con bambini in una struttura, “Casa Marzia”, dove sei donne con i loro figli saranno aiutate a riprogettare un futuro migliore e ad ottenere la piena autonomia.
CasArché è una palazzina ristrutturata e adatta a ospitare anche tre appartamenti per la semiautonomia e gli uffici romani della Fondazione. Il desiderio di offrire uno spazio permeabile alla relazione con il territorio si concretizza in una sala polivalente aperta e a servizio del quartiere, per incontri e percorsi di cittadinanza solidale.
L’opera è stata resa possibile grazie alla disponibilità delle Suore Francescane Missionarie del Bambin Gesù, proprietarie dell’edificio, e al sostegno di privati, aziende, fondazioni e realtà che hanno voluto dare il proprio contributo a fianco di mamme e bambini e delle famiglie in maggiore difficoltà. “Un particolare ringraziamento” va, tra gli altri, “alla Cei”, ricorda la nota.
“Ci vuole un po’ di follia ad avviare di questi tempi, un progetto simile: ma il sostegno di tanti amici, la forza che ci viene dal rispondere al bisogno di accoglienza che emerge prepotente dalla situazione sociale attuale ci danno l’energia necessaria per non tirarci indietro e per aprire una Casa accogliente – dice p. Giuseppe Bettoni, presidente e fondatore di Arché -. Un luogo dove la speranza sarà di casa: le mamme, infatti, potranno ricostruire il rapporto con i loro figli e guardare al futuro con serenità e fiducia. Crediamo molto in un modello aperto al territorio e capace di favorire la relazione tra le mamme accolte. Quando rientreranno nella vita ordinaria, dopo il raggiungimento della piena autonomia, costruiranno un futuro diverso per sé e per i loro figli”.