“Le parti in conflitto e coloro che esercitano un’influenza su di loro, così come la comunità internazionale, dovrebbero ascoltare questa chiamata all’azione e raddoppiare gli sforzi per porre fine alle gravi violazioni dei diritti dei bambini. Tutti i bambini hanno il diritto di essere protetti dai pericoli e di vivere in pace”. Si conclude così la Dichiarazione congiunta del direttore generale dell’Unicef Henrietta Fore e della rappresentante speciale del segretario generale dell’Onu per i bambini nei conflitti armati Virginia Gamba in occasione del 25° anniversario del Rapporto di Graça Machel sull’impatto della guerra sui bambini. Purtroppo, dal 2005 – si legge nella Dichiarazione -, le Nazioni Unite hanno verificato 266.000 casi di gravi violazioni contro i bambini in più di 30 situazioni di conflitto in Africa, Asia, Medio Oriente e America Latina negli ultimi 16 anni. Tra questi, più di 104.100 bambini uccisi e mutilati, 93.000 bambini reclutati e utilizzati in ruoli di combattimento e di supporto, 25.700 bambini rapiti e altri 14.200 bambini vittime di violenza sessuale. Solo nel 2020, le Nazioni Unite hanno verificato un totale di 26.425 violazioni contro i bambini in situazioni di conflitto, ovvero 72 violazioni che si verificano ogni singolo giorno o tre violazioni ogni ora. Ha anche segnato il settimo anno di fila con almeno 20.000 violazioni verificate. I Paesi con i più alti numeri di bambini uccisi e mutilati nel 2020 sono stati Afghanistan, Siria, Yemen e Somalia, con un totale complessivo di 8.422 bambini. “Queste – scrivono Henrietta Fore e Virginia Gamba – non sono semplici statistiche. Piuttosto, rappresentano giovani vite che sono state perse o altrimenti devastate da traumi e sofferenze orribili”. In questi anni sono stati compiuti “progressi significativi per proteggere i bambini dai conflitti”. L’Onu continua a lavorare direttamente con le famiglie e le comunità per ridurre le vulnerabilità dei bambini e fornire loro il sostegno di cui hanno bisogno per riprendersi dalla guerra. Anche l’Unicef, attraverso la sua presenza, aiuta a identificare i canali per l’impegno con i comandanti delle forze armate e dei gruppi per negoziare misure concrete per proteggere i bambini. “Ciononostante, le gravi violazioni dei diritti continuano, indicando un diffuso e spaventoso disinteresse per i diritti e il benessere dei bambini delle parti in conflitto”, si legge nella Dichiarazione. “Questo è inaccettabile. Tutte le parti elencate dovrebbero concordare e aderire a un piano d’azione per proteggere i bambini e mettere in atto misure per evitare innanzitutto che le violazioni contro i bambini si verifichino”.