“Il Giubileo Oronziano è memoria. L’elogio dei santi patroni non li arricchisce, né li rende più grandi agli occhi di Dio. Ora, Oronzo, Giusto e Fortunato sono nella casa del Padre, godono dell’amore di Cristo, la loro unica luce è quella divina”. Lo ha dichiarato, ieri sera, mons. Michele Seccia, arcivescovo di Lecce, nell’omelia della messa per il pontificale per la festa dei santi patroni e per l’apertura del Giubileo Oronziano, in cattedrale.
“Questo elogio degli uomini giusti – ha precisato il presule – arricchisce noi, che siamo pellegrini sulla terra, perché la loro memoria accresce la nostra vita di grazia, perché ci offre una testimonianza da imitare, una coerenza di vita da riprodurre, una donazione d’amore a cui sempre riferirsi”.
Rivolgendosi ai sacerdoti, ha aggiunto: “Non lamentiamoci se il nostro annuncio non viene accolto, se la fede dei più è languida e debole, ma piuttosto interroghiamoci: è coerente con il vangelo il nostro modo di pregare, di vivere, di operare in mezzo al nostro popolo? Fare memoria dei nostri santi patroni significa allora elogiare la loro coerenza di vita, perché, come insegnava Paolo VI: il mondo ha più bisogno di testimoni che di maestri! Facciamo allora memoria degli uomini illustri, veneriamo i nostri santi patroni, imitandone la coerenza di vita”.
Ma “fare memoria immediatamente ci rimanda all’Eucaristia, memoriale della nostra salvezza”. “Quante volte – ha ricordato l’arcivescovo – ho insistito in mezzo a voi sulla centralità della santa messa e sul suo profondo significato. O se fossimo consapevoli di celebrare il sacrificio di Cristo e se fossimo coscienti che quel sangue che ci ha redenti e viene a noi donato è per la remissione dei peccati, la liberazione dai vizi e l’aumento delle virtù”.
“I nostri santi patroni hanno versato il loro sangue, unendolo a quello di Cristo e così hanno completato nella loro vita ‘ciò che manca alla passione di Gesù’ cioè la nostra cooperazione, la nostra collaborazione alla sua opera di salvezza. Fare memoria allora ed elogiare i nostri santi significa donare tutto noi stessi al Signore, offrirci a Lui, sapendo che Lui non toglie nulla alla nostra vita, ma tutto si dona a noi, perché noi viviamo della sua salutare presenza tra noi”, ha evidenziato.
“Il Giubileo Oronziano si tinga allora del colore della memoria, perché senza memoria non vi è speranza, non vi è futuro, non vi è salvezza – l’invito di mons. Seccia -. Ritorniamo alla memoria dei nostri santi e facciamo memoria degli eventi di grazia presenti nella nostra vita, unendola sempre più a quella di Cristo”.