Afghanistan: Ispettorato cappellani e Caritas Italiana, sabato e domenica preghiera nelle messe in carcere

“Le drammatiche immagini di un Paese imprigionato nella paura e nel terrore pongono interrogativi e invitano alla solidarietà umana e spirituale”. L’Ispettorato generale dei cappellani delle carceri italiane e Caritas Italiana promuovono una giornata di preghiera nelle carceri, sabato 28 e domenica 29 agosto “Solo dove c’è la sofferenza e il dramma della solitudine si può comprendere ancora meglio la sofferenza dell’altro – afferma l’ispettore generale dei cappellani, don Raffaele Grimaldi -. Perciò, invito i cappellani dei nostri istituti penitenziari, che seguono con apprensione le sorti del popolo afghano, unitamente ai volontari e agli operatori , di farsi promotori di una preghiera solidale”. L’auspicio è che, durante le messe di sabato 28 e domenica 29 agosto, “i nostri istituti possano diventare dei veri cenacoli di solidarietà e di vicinanza al popolo afghano”. Don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana, sottolinea che “l’esperienza della pandemia ci ha ricordato quanto siamo fragili e che è fondamentale sentirsi parte di una stessa famiglia umana, dove ciascuno ha assoluto bisogno degli altri. Di tutti gli altri. Con la preghiera possiamo davvero essere ‘Fratelli tutti’”.
Per don Grimaldi, “la preghiera è un’arma silenziosa e potente che squarcia i cieli e giunge al cuore di Dio. La preghiera del cuore ci fa sentire vicini a un popolo lontano; nessuno si senta abbandonato perché la Chiesa ha sempre spalancato le sue porte alla solidarietà e all’accoglienza costruendo dialogo con tutti, unica via possibile per soccorrere popoli in difficoltà come quelli dell’Afghanistan, dove i deboli sono schiacciati dalla violenza. I detenuti dei nostri istituti, nonostante la loro condizione di ristretti, sono sempre attenti ai drammi e alle criticità fuori dalle mura. Le porte chiuse e sbarrate dei nostri penitenziari non ostacolano e non impediscono ‘alla preghiera di evadere’ per avvolgere un mondo che soffre a causa delle violenze e dell’egoismo dell’umanità”.
Infine, l’ispettore generale dei cappellani rivolge l’invito ai confratelli operanti negli istituti penitenziari d’Italia affinché sostengano le due giornate di preghiera comunitaria. “Carissimi amici cappellani, grazie sempre per la vostra testimonianza missionaria che permette al Vangelo di toccare il cuore di ogni uomo e grazie in particolare per l’attenzione che darete a questo invito di preghiera per l’Afghanistan. In questo momento storico la preghiera è, per i nostri fratelli e sorelle prigionieri, uno strumento in favore di un cammino di vera educazione e di promozione dei valori e, nel contempo, è un invito alla riflessione sulla responsabilità di essere attenti ai bisogni dell’altro per accompagnare la rinascita di ogni persona”, conclude don Grimaldi.

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