“Il tempo che stiamo vivendo ha messo in luce e ha accelerato alcuni processi di cambiamento all’interno della Chiesa”. Partendo da questa premessa di fondo, don Paolo Carrara, docente di Teologia pastorale presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale (Ftis), ha sviluppato la sua relazione nella seconda giornata della Settimana liturgica nazionale in corso nella cattedrale di Cremona.
Tre sono state le tematiche chiave indicate dal sacerdote bergamasco: “Il rapporto tra vita sacramentale e pastorale, intesa nel suo significato più ampio; l’educazione rituale, da parte della Chiesa, che va sostenuta e incentivata; l’attenzione al mondo digitale, che presenta innumerevoli risorse, ma per il quale è necessaria un’adeguata preparazione”.
Don Carrara ha messo in luce come, durante la pandemia, “la Chiesa, sottoposta a un vero e proprio stress test, abbia palesato la propria effettiva condizione: una sorta di sfilacciamento che inerisce ai rapporti tra Chiesa e famiglie, giovani e presbiteri”.
Prendendo spunto dalle difficoltà intra ed extra ecclesiali emerse negli ultimi mesi, il relatore ha poi fornito un’istantanea della realtà ecclesiale, realtà in cui “la comunità cristiana fatica a riconoscersi e, di conseguenza, a farsi vedere”.
Tuttavia, secondo don Carrara, il periodo di crisi contemporaneo può essere sfruttato per “tentare di recuperare valide alleanze soprattutto con quelle fasce sociali rispetto a cui il processo di sfilacciamento si mostra in tutta la sua forza: famiglie e giovani”. In questo senso il sacerdote bergamasco ha richiamato proprio l’importanza delle relazioni come “linfa vitale della vita liturgica e pastorale della Chiesa”.
Non tutto di quanto è stato vissuto, dunque, rappresenta un mero problema, “anzi può essere letto come stimolo per proseguire quel cammino di riforma che ormai è avviato già da alcuni anni”. A conferma di ciò, secondo la lettura di don Carrara, “è la centralità che il discorso attorno all’Eucaristia ha sempre avuto, assieme alla riscoperta di alcune dinamiche tipiche della vita di fede cristiana: il sacramento della penitenza, l’adorazione eucaristica e le forme di pietà popolare”. Un pensiero poi ai media, “che spesso hanno svolto la funzione di vero e proprio collante tra i membri della comunità cristiana, permettendo a molti di partecipare in prima persona alla vita della Chiesa”.