La “tragedia” della pandemia Covid-19 “ha provocato una vera rivoluzione nella risposta europea. Una rivoluzione in 5 passi”. David Sassoli, presidente del Parlamento europeo, intervenendo ieri al Meeting di Rimini, ha elencato: “Primo, le regole del fiscal compact sono state sospese fino al 2022 e si sta ragionando sullo scenario post Covid. Secondo, con l’azione europea gli Stati nazionali hanno aumentato sensibilmente il loro rapporto debito/Pil per difendere famiglie e imprese dallo shock economico e sociale prodotto dalla pandemia. Terzo, abbiamo vissuto il paradosso di non aver mai avuto a disposizione tante risorse per investimenti come in un momento di crisi come questo. Quarto, le Banche centrali hanno acquistato fino al 25% dei titoli pubblici dei Paesi membri evitando in questo modo che l’aumento del debito si trasformasse in crisi degli spread sui mercati finanziari. Quinto, tutto questo è stato possibile in cambio di condizionalità sull’uso dei fondi. Le risorse del Pnrr vanno spese avendo a mente obiettivi precisi (digitalizzazione e transizione ecologica) e tempi certi definiti dall’Unione europea”. A suo avviso, “l’esperimento ha avuto pieno successo. Famiglie e imprese sono state tutelate per quanto possibile rendendo questa crisi molto diversa da quella del 2009. Siamo entrati insomma in terreni inediti e ora che abbiamo scoperto che gli equilibri macroeconomici reggono sarebbe una follia tornare indietro. Ora la vera sfida sarà prendere coscienza che ciò che è stato fatto durante la pandemia deve diventare la nuova politica economica dell’Unione”.
Per questo, “una domanda è d’obbligo: queste risorse, queste politiche messe in atto dall’Unione europea dovranno concludersi con la fine dell’emergenza sanitaria ed economica, come chiedono alcune forze liberiste e conservatrici, oppure le energie dispiegate nella lotta alla pandemia e alla crisi sociale da essa generata dovranno trasformarsi in una nuova impalcatura di politiche pubbliche europee e, di conseguenza, anche in un rinnovamento istituzionale dell’Europa comunitaria?”. Per il presidente dell’Euroassemblea “dalle risposte che trarremo dipenderà anche la nostra capacità di affrontare il mutamento climatico e il grande progetto di riconversione verde al quale abbiamo legato lo sviluppo dei Paesi europei nei prossimi decenni. Questa è la grande, storica, sfida che abbiamo di fronte. La svolta compiuta con il Next Generation Eu ci dà una grande chance: far mettere radici ad una nuova politica europea di crescita e sviluppo per tutti”.
L’oratore ha osservato: “Non sfugge a nessuno che il successo o l’insuccesso dipenderanno molto dall’Italia. Se il nostro Paese dimostrerà di utilizzare in modo virtuoso i soldi del Pnrr, la nuova politica economica potrà affermarsi e i 5 passi fondati sullo scambio di politiche espansive, condizione del rischio, interventismo della Bce in cambio di condizionalità e uso appropriato delle risorse potranno garantire la scrittura di una pagina nuova dell’esperienza europea e consentire di affrontare i rischi e le incertezze del mondo nuovo con responsabilità e coerenza. Un fallimento costerebbe molto caro all’Italia e al progetto europeo”.