L’Unicef decide di restare in Afghanistan dopo l’ultima fase del conflitto armato fino alla presa di possesso di Kabul da parte dei talebani. “È vero che per la nostra sicurezza, in alcune aree provinciali, i talebani ci hanno chiesto di sospendere le operazioni fino a quando l’ordine sarà ristabilito. Ma siamo in contatto quotidiano con la leadership locale in quasi tutte le province, e il loro messaggio è chiaro: vogliono che restiamo e continuiamo il nostro lavoro in Afghanistan – annuncia il rappresentante Unicef in Afghanistan, Hervé Ludovic De Lys -. Ci siamo impegnati in modo costruttivo con la nuova leadership per preservare la nostra presenza operativa in tutto il Paese e speriamo di poter estendere il nostro lavoro per donne e bambini nei prossimi giorni”. L’Unicef sta ampliando la sua risposta umanitaria nel Paese, fornendo team mobili sanitari e per la nutrizione nei campi per gli sfollati interni e aumentando la fornitura di acqua nei campi per sfollati e nelle aree colpite dalla siccità. A lungo termine intende rafforzare l’attuale partenariato con le Ong e chiarire le modalità di lavoro con i ministeri competenti. “Vediamo una potenziale opportunità per potenziare l’accesso nel Paese – dice De Lys -. Per esempio, intendiamo raggiungere quasi 500.000 casi a rischio nutrizionale nelle aree difficili da raggiungere in precedenza inaccessibili”. “Questo è un periodo di transizione in Afghanistan; nessuno può prevedere cosa succederà – osserva De Lys -. Ma posso dirvi che appena due giorni fa le scuole primarie e secondarie erano aperte a Herat, nell’ovest, e a Marouf, nel sud del Paese, 1.500 bambini erano a scuola, comprese 500 ragazze. E il fatto che la Commissione sanitaria due giorni fa abbia chiesto a tutti i medici, infermieri e operatori sanitari di tornare al lavoro, comprese le donne, è un segnale incoraggiante”. Ma con mezzo milione di persone sfollate all’interno del Paese e oltre 18 milioni di persone che hanno bisogno di assistenza umanitaria, la metà delle quali sono bambini, i bisogni sono grandi. Senza un’azione urgente, 1 milione di bambini sotto i 5 anni saranno gravemente malnutriti entro la fine del 2021. Finora nel 2021, l’Unicef ha raggiunto 1,7 milioni di persone con l’assistenza umanitaria. Hanno bisogno di 76 milioni di dollari nel 2021.