La cattedrale praticamente distrutta (è crollata mentre si teneva una celebrazione), come documentano le immagini inviate al Sir. Ventisette chiese parrocchiali, quasi la metà di quelle presenti in diocesi, presentano gravi danni e dovranno esser ricostruite o restaurate, tenendo presente che già vari altri templi, circa una decina, erano stati rasi al suolo dal ciclone Matthews e mai più ricostruiti. Un lungo elenco di piccole cappelle, scuole, strutture parrocchiali, ambulatori medici andati distrutti. Oltre, naturalmente, a un numero impressionante di abitazioni, allo stesso palazzo vescovile e al centro culturale della diocesi.
È questo l’esito di una mappatura elaborata in tempi rapidissimi, grazie all’aiuto di sacerdoti e operatori pastorali, dalla diocesi di Jérémie, che si trova nella punta sudoccidentale di Haiti – coincide in pratica con il dipartimento di Grand’Anse – ed è stata particolarmente colpita dal terribile terremoto di sabato scorso, così come le diocesi di Les Cayes (dipartimento del Sud) e Anse-à-Veau-Miragoane (dipartimento di Nippes).
La mappatura è stata inviata al Sir dal vescovo di Jérémie, mons. Joseph Gontrand Decoste, mentre nel Paese, secondo la Protezione civile, il bilancio provvisorio è salito a 1.941 morti, oltre 9.900 feriti e più di 60mila abitazioni distrutte. Una tragedia che si è abbattuta su una popolazione poverissima e che ora ha bisogno di tutto. Molte, secondo le segnalazioni, le persone che stanno dormendo all’aperto, senza un riparo. Il vescovo ringrazia per la mobilitazione e per la stessa mappatura sacerdoti, seminaristi, fedeli laici. Rassicura sullo stato di salute del card. Chibly Langlois, vescovo di Les Cayes, rimasto ferito in occasione della scossa di sabato: “Sta decisamente meglio”. E prosegue: “Il mio stato d’animo non è tanto di rivolta o di scoraggiamento. Nutro la convinzione che Dio non ci lascia mai nella disperazione o desolazione, ma continua ad accompagnare il suo popolo, duramente colpito da questo terribile terremoto. Si sta facendo molto, tutto il possibile, per alleviare le sofferenze i traumatismi delle numerose vittime e portare la speranza. Lancio anche attraverso l’agenzia Sir un sentito appello alla solidarietà con il nostro popolo e con la diocesi di Jérémie. Già ringrazio per qualsiasi aiuto”.