“Sant’Agata ha creduto alla presenza di Gesù nella Chiesa del suo tempo e tramite le celebrazioni liturgiche cui partecipava, volle che la presenza di Gesù in lei crescesse continuamente. Trovò la sua gioia più grande nell’appartenere a Gesù e non permise che né minacce né lusinghe la separassero da lui”. Lo ha affermato ieri sera mons. Salvatore Gristina, arcivescovo di Catania, nell’omelia durante la messa in occasione dell’895° anniversario della traslazione delle reliquie di Sant’Agata nella cattedrale cittadina. “Con la sua vita e con il martirio, Agata divenne ‘arca’ di Gesù ed è per la Chiesa, e particolarmente per quella di Catania, segno di come accogliere e conservare Gesù nella nostra esistenza e di riconoscerlo e rispettarlo in quella degli altri”. “Il nostro grazie alla santa patrona – ha affermato il vescovo – deve concretizzarsi nell’impegno di diventare ogni giorno di più solleciti nella ricerca e nel conseguimento del vero bene comune… Mi riferisco, anzitutto, alla crescita nella solidarietà reciproca tra noi concittadini e in quella che ci porta a considerare e, quindi, a rispettare, come fratelli e sorelle, tutte le persone che raggiungiamo, ovunque si trovino e ogni giorno, con il pensiero, il cuore, i sentimenti e i sensi”.
“Si tratta, certamente, di un impegno che talvolta può rivelarsi difficile e che altre volte ci appare quasi impossibile”, ha sottolineato Gristina. “Però, tante volte, ed anche in questo tempo di pandemia, abbiamo sperimentato che sappiamo essere attenti, affettuosi e delicati verso il prossimo e particolarmente verso le persone più provate nella vita”. “La storia della nostra città e del nostro territorio ci testimonia come tante volte la patrona ci ha liberati da calamità naturali e da tanti pericoli. Al presente ci sta impressionando il dilagare di incendi in tante parti del mondo, nel nostro Paese, nella nostra isola, nel nostro territorio e persino nella nostra città. Certamente in tutto ciò agiscono anche cause naturali; ma è innegabile che ne sono causa pure l’atteggiamento stolto e pericoloso che in questi ultimi decenni caratterizza il nostro modo di rapportarci con la natura. E, purtroppo, non è da escludere qualche mano criminale che ferisce mortalmente nostra madre terra”. Quindi la denuncia e l’appello: “Quanto sta accadendo provoca danni e sofferenze enormi. È necessaria, perciò, una motivata, convinta ed efficace mobilitazione generale di interventi mirati, di prevenzione, di cura operosa della casa comune dove tutti viviamo ed operiamo. I piromani siano resi consapevoli, anche tramite opportune punizioni, del male fatto alla natura e alle persone; si convertano e lo dimostrino davvero con atteggiamenti chiaramente riparatori”.