“Ha ragione il ministro Speranza: l’assistenza domiciliare è la chiave di volta del nuovo modello che deve caratterizzare il Servizio sanitario nazionale”: lo afferma Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), che raccoglie gli oltre 456mila infermieri presenti in Italia, commentando l’intesa Stato-Regioni sottoscritta a inizio agosto e ora in vigore.
“E bene è – continua – che il Pnrr dedichi a questa novità già 4 miliardi per organizzare cure e assistenza che finora è stata a macchia di leopardo nelle Regioni”.
“Ma la chiave dell’assistenza domiciliare – precisa la presidente di Fnopi – sono gli infermieri che h24 sono accanto alle persone e che le stesse associazioni di cittadini-pazienti chiedono siano di più e più presenti proprio nel nuovo modello di prossimità delle cure”.
Il medico di medicina generale indica la diagnosi e la terapia da seguire, ma accanto al paziente c’è l’infermiere che ne garantisce appropriatezza, esecuzione, aderenza clinica.
E in particolare proprio l’intesa indica tra i principali attori di tutto questo l’infermiere di famiglia e comunità per il quale l’Agenas, Agenzia nazionale per l’assistenza sanitaria, nella sua proposta di decreto per la regolamentazione dell’assistenza sul territorio, ha indicato un fabbisogno che passa dagli 8 ogni 50mila abitanti indicati nel decreto Rilancio (legge 77/2020) a uno ogni 2000-2.500 abitanti, proprio per assicurare le cure e l’assistenza di prossimità.
“Il territorio è il luogo privilegiato per la risposta ai bisogni di assistenza infermieristica, la prevenzione e il monitoraggio; insiste sulla necessità di riconfigurare tutti i sistemi di presa in carico e di continuità assistenziale poiché la risposta ai bisogni di salute è ancora culturalmente ospedalocentrica”, osserva Mangiacavalli.
“L’ospedalizzazione – aggiunge – è una parentesi nella vita della persona che continua fuori dall’ospedale, laddove deve continuare anche la risposta. Il futuro del Servizio sanitario nazionale e quello di un’assistenza a misura di cittadino sono nella multi-professionalità: ogni figura, ogni professionista della salute in questo gioca un ruolo essenziale e importantissimo perché il castello della salute sia stabile e indistruttibile e abbia come suo apice gli assistiti e il loro assoluto benessere”. In questo, conclude la presidente di Fnopi, “ogni professionista è una carta importante, senza la quale il castello inesorabilmente crolla”.