La Commissione nazionale per la Pastorale delle dipendenze e della tossicodipendenza della Conferenza episcopale argentina (Cea) si rammarica che si stia tentando di proporre un dibattito, che i promotori hanno definito “senza ipocrisia”, verso la legalizzazione dell’uso ricreativo della marijuana in Argentina. Secondo la Commissione, “la classe politica persegue un’agenda che non risponde al tempo attuale”, per la situazione che si vive “nei quartieri popolari e neppure tra le classi medie, già rassegnate al loro declino”. Paradossalmente, “le stesse persone che hanno originato questa situazione ci danno lezione su come si affronta la povertà o parlano dell’uso ricreativo della cannabis come se fossimo un Paese nordico”.
Prosegue la nota: “È inspiegabile che oggi si parli di ipocrisia quando si parla di legalizzazione della marijuana (e di altre droghe) nel contesto della povertà e dell’indigenza che vivono centinaia di migliaia di adolescenti e giovani che non possono aspirare a una formazione seria o a un decoro dignitoso lavoro, frutto di decenni di rinvii”.
Secondo la Commissione, è ipocrisia continuare “a non rispondere a quella grande domanda che da anni c’è nel nostro Paese: come creare posti di lavoro? O per caso c’è qualche altro interesse che noi argentini dovremmo conoscere e che si nasconde in questo tipo di ricerca di voti giovanili, con promesse sponsorizzate dal merchandising della cannabis?”.