Afghanistan: Michel (Ue), “sicurezza cittadini europei è priorità. Ma molte lezioni dovranno essere tratte”. A Kabul resta solo la Russia

Armate talebane conquistano le città afghane (foto ANSA/SIR)

“La sicurezza dei cittadini Ue, del personale e delle loro famiglie è prioritaria nel breve termine”. Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, sta seguendo, “in stretto contatto con Josep Borrell”, Alto rappresentante Ue per la politica estera, i tragici sviluppi della situazione in Afghanistan. Al momento appare urgente evacuare i cittadini dei Paesi Ue presenti a Kabul e nelle altre città afghane. Ma il ritiro delle truppe Nato, il dilagare dei talebani, le notizie che si rincorrono sulla ferocia degli stessi talebani, fanno intravvedere un fallimento dell’Occidente. È lo stesso Michel a indicare la debacle americana ed europea: “È altrettanto chiaro che molte lezioni dovranno essere tratte”, afferma. E mentre Usa ed Europa pensano primariamente ai loro cittadini, i talebani hanno occupato il palazzo presidenziale di Kabul, con il presidente Ashraf Ghani in fuga all’estero “per evitare spargimenti di sangue”. In realtà la popolazione civile è in balia delle truppe talebane, mentre l’esercito regolare, armato e istruito da Usa e Nato, è allo sbando e a sua volta in fuga.
Euronews, che segue in presa diretta gli eventi nel paese asiatico, oggi scrive: “Lunedì mattina gli afghani si sono svegliati con i talebani al potere. Molti hanno preso d’assalto l’aeroporto, unica via per scappare. Le forze Usa sono state costrette a sparare colpi in aria per fare allontanare la folla dagli aerei militari. Secondo una fonte della sicurezza, nel fuggi fuggi generale 4 persone sono morte e 13 sono rimaste ferite”. “Il ferragosto 2021 consegna immagini storiche alla cronaca internazionale: le milizie dei fondamentalisti che dopo 20 anni di guerra asimmetrica e di terrorismo da esportazione occupano i luoghi del potere nella capitale afghana ostentando sui social una spavalda tranquillità. L’abbandono precipitoso del presidente Ashraf Ghani e della sua corte da una capitale ingovernabile e assediata, in mezzo allo sciame di concittadini e stranieri in fuga, è la prova che 20 anni di sforzi del contingente internazionale vanno in fumo e le previsioni a stelle e strisce che davano la calata dei talebani su Kabul solo in settembre-ottobre mostrano tutta la loro inconsistenza”.
Ancora: “Le autorità che sono rimaste cercano di minimizzare e assicurano che il trasferimento del potere avverrà in tranquillità”, parola del ministro degli Interni ad interim Abdul Satar Mirzakwal. “Non dovete preoccuparvi – ha affermato in un videomessaggio –, la città è sicura e chiunque causi disordini dovrà affrontarne le conseguenze”. In realtà il vecchio potere è già smantellato e i talebani hanno in mano la città e l’intero Paese.
Abdullah Abdullah, capo dell’Afghan National Reconciliation Council, ha deplorato la fuga del presidente affermando che “Dio dovrebbe ritenerlo responsabile”. L’ex presidente Ghani, sua moglie, il suo capo di gabinetto e il consigliere per la sicurezza nazionale sarebbero già arrivati a Tashkent, capitale dell’Uzbekistan. E mentre le ambasciate occidentali vengono evacuate, sul campo, oltre agli inermi cittadini afghani, restano solo i volontari delle Ong, mentre la Russia mantiene l’ambasciatore nella capitale Kabul: sembrerebbe imminente un incontro con gli stessi vertici militari talebani.

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