“Vedo l’eredità di un grande uomo, uno che ha speso la vita per gli altri. La sua è una gigantesca eredità di concretezza, di passione per la vita, di amore per il prossimo”. Don Virginio Colmegna, presidente della Casa della carità di Milano, è stato per lunghi anni amico di Gino Strada, con il quale ha condiviso tanto impegno sul versante della solidarietà, dei diritti umani, dell’attenzione agli ultimi. Intervistato dal Sir lo definisce un “credente nell’umanità”, un “pacifista radicale e concreto”. “Il suo rifiuto per le armi era un inno alla vita. La sua preoccupazione quotidiana si rivolgeva a chi era nel bisogno, ai bambini mutilati dalle bombe, ai civili vittime dei conflitti. Strada è stato in mezzo a decine di guerre senza mai schierarsi, se non dalla parte di chi finiva in sala operatoria o in una corsia di ospedale”. Strada “aveva urlato mille volte per denunciare conflitti, interessi militari, violenze di ogni genere. Ma poi lo trovavi a organizzare ospedali, a motivare e istruire giovani chirurghi, a portare sollievo a chi aveva perso tutto proprio a causa della guerra. E non trascuriamo la capacità organizzativa sua e della prima moglie, Teresa: perché il volontariato deve accompagnarsi con la professionalità, con la qualità degli interventi, perché chi è povero, solo, ammalato merita di più, merita il massimo”.