“Grazie per tutto quanto sei e fai! Pensando a te, alla tua vita, ti vedo custodito nelle mani del Signore e vedo Lui sorriderti e guardarti con amore, guardare alla tua passione per l’umano, alla cura per la gente che ti è affidata, al tuo spenderti per essere discepolo, testimone, padre e fratello; ma lo vedo guardare con amore anche alle ferite che ti porti dentro, alle lacrime che versi in solitudine; lo vedo guardare, con tenerezza, la gioia e la fatica nel rinnovare ogni giorno il tuo sì a Lui”. Lo scrive mons. Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli, in una lettera ai sacerdoti della diocesi. “Dio entra nel nostro cuore attraverso le ferite aperte della nostra umanità – osserva il presule -. Ci ama senza tener conto di dove siamo, di chi siamo e di che cosa stiamo facendo. E più siamo smarriti, più ci cercherà. E nel trovarci ci aiuterà a far fiorire la nostra umanità, realizzando in noi il capolavoro unico e irripetibile che è la nostra vita. Per questo ti penso mentre ti lasci plasmare, mentre collabori alla Sua opera d’artista. E nel pensarti il mio cuore è abitato dalla gratitudine per il tuo amore al Signore e a questa nostra Chiesa”.
Poi aggiunge: “Questi primi mesi sono trascorsi velocemente e non nascondo la mia gioia per questo nuovo tratto di strada che mi è stato chiesto di percorrere con te, con voi, ma anche la fatica di fronte a tante situazioni dolorose e difficili che mi trovo a dover affrontare e gestire. Sono però convinto che le asperità, le complessità e le sfide del nostro tempo e della nostra missione non devono scoraggiarci. Non devono scoraggiarci nemmeno i nostri ritardi, i fallimenti, l’incapacità di stare al passo con il palpitare di cuori che sognano piazze ripopolate di giovani, strade abitate dalla quotidianità condivisa, chiese aperte a tutti, soprattutto a coloro che si sentono lontani, coloro che hanno maggiormente bisogno del calore dell’ascolto e della benedizione”.
Domenica 15 agosto, nella solennità dell’Assunzione di Maria Vergine al Cielo, cui è dedicata, sin dal 1314, la cattedrale, l’arcivescovo presiederà la celebrazione eucaristica in duomo, alle ore 11. Subito dopo, confida nella lettera ai sacerdoti, “scenderò in Calabria per un po’ di riposo e rientrerò alla fine del mese. Mi ritaglierò del tempo per prendermi, ancora di più, cura della mia relazione con Lui, solo dinanzi all’Unico, per lasciarmi guardare e accarezzare dal Signore della vita e della storia. Porterò con me questa nostra Chiesa, te e ciascuno dei tuoi confratelli. E ti chiedo di accompagnarmi con la tua preghiera affinché possa crescere sempre di più la comunione tra noi. Sarà un’occasione per far riposare anche ‘fratello corpo’, provato dai postumi del Covid e necessitante per questo di una pausa dai ritmi quotidiani. Ne approfitterò anche per dedicare un po’ di tempo alla mia famiglia e alla mia mamma in particolare: starò qualche giorno con lei che non vedo da un po’”.