Tra agosto e settembre Loreto ospiterà due eventi di carattere nazionale. Il primo, ricorda don Alberto Balducci della Migrantes della diocesi di Jesi, sarà il corso di alta formazione, dal 23 al 27 agosto, per i direttori diocesani di Migrantes d’Italia e per i loro collaboratori. Si svolgerà nel contesto del santuario di Loreto e nelle sue vicinanze. Il tema sarà: “Costruire e custodire la casa comune”, declinato nei suoi aspetti sociali, culturali ed ecclesiali attinenti le problematiche migratorie attuali. “Vedrà la presenza di docenti universitari e di testimonianze ‘sul campo’, con una voce da al di là del Mediterraneo, quella del card. Cristobal Lopez Romero, vescovo di Rabat, capitale del Marocco, Chiesa di frontiera minoritaria in contesto islamico, eppure significativa nel saper gettare ponti di fruttuosa collaborazione per affrontare, assieme ai musulmani, i comuni problemi della povertà, dell’emigrazione e dell’immigrazione e dell’accordo delle diversità”.
Prevista anche la visita al Museo dell’emigrazione marchigiana di Recanati, che raccoglie foto e documenti del racconto dei 700mila emigrati marchigiani, e alla casa di Leopardi. Non solo: ci sarà, annuncia don Balducci, anche “la visita al tristemente famoso Hotel House di Porto Recanati, ‘ghetto verticale’ di 17 piani con 1.800 persone di 40 nazionalità diverse, contenitore di gravi problemi e di generosi e geniali tentativi di soluzione all’insegna della solidarietà, come l’Associazione ‘On the road’, creatrice di percorsi di integrazione, e il medico di base, annidato all’ottavo piano di questo palazzo con gli ascensori tutti fuori uso da anni”.
Il secondo evento di carattere nazionale sarà la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che quest’anno si celebrerà in Italia proprio a Loreto, tra le mura della basilica della Santa Casa, domenica 26 settembre. “Una celebrazione eucaristica che sarà animata dalla musica etnica di vari popoli migranti presenti nelle Marche, tra cui spiccano le intense melodie ritmiche dei nigeriani, i passi di danza esaltati dai coloratissimi vestiti della festa, le flessuose movenze della suggestiva danza del pane, (un grande pane portato in processione danzante come un piccolo bimbo da non svegliare messo in un canestro da trasporto). Ritmo, fantasia, coraggio, capacità di adeguamento, lotta tra fatica e fortuna, ritmi arcaici e nuovissime situazioni. Come è la vita del migrante. Inserita nella scia delle millenarie migrazioni che, come quella di Abramo, ha fatto la storia dell’umanità”, conclude il sacerdote.