“La situazione è grave e seria”. È l’arcivescovo di Algeri, mons. Paul Jacques Marie Desfarges, a raccontare al Sir cosa sta succedendo in Algeria che al pari di Grecia, Turchia, Italia, sta purtroppo in queste ore andando a fuoco. “Ad essere stata colpita – dice l’arcivescovo – è soprattutto la regione di Cabilia dove ci sono stati dei grandi incendi. Sono scoppiati soprattutto in montagna. Abbiamo zone completamente devastate e anche le abitazioni sono state distrutte. Per il momento le cifre ufficiali parlano di 69 vittime ma si teme purtroppo che siano molte di più. Tra queste ci sono anche dei militari che sono intrappolati nei roghi durante le operazioni di soccorso e salvataggio dei civili. Ci sono anche dei feriti. Il Paese è quindi stato fortemente colpito”. Il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune ha proclamato tre giorni di lutto nazionale per commemorare le vittime ed ha sospeso tutte le attività statali, tranne quelle legate direttamente agli incendi. “Stiamo assistendo anche ad un grande slancio di solidarietà tra le persone”, racconta l’arcivescovo Desfarges. “Stiamo ricevendo aiuti dalla Francia e dall’Europa. Anche noi come Chiesa stiamo capendo come aiutare le persone colpite dagli incendi attivando soprattutto le reti Caritas. Stiamo raccogliendo fondi e stiamo cercando di capire come raggiungere soprattutto le persone nella Regione di Cabilia”. Ci sono infatti famiglie che nelle fiamme hanno perso tutto. “Hanno bisogno di medicine, vestiti, alloggi dove andare a dormire. Anche le case sono state distrutte. Sono andati a fuoco oliveti e pascoli. Un uomo è morto cercando di salvare gli animali. Abbiamo sentito storie di drammi”.
Anche l’Algeria in questi giorni è stata colpita da temperature altissime. “Fa molto caldo”, conferma l’arcivescovo: “Stiamo vivendo questi giorni una ondata di calore eccezionale, con temperature che superano i 45 gradi. Temperature che si registrano di solito nel deserto ma mai nelle regioni settentrionali”. Gli incendi di questi giorni vanno a colpire un Paese che già sta vivendo una situazione difficile a causa della pandemia. “La situazione epidemiologica del Paese è grave in questo momento”, dice mons. Desfarges. “Si stanno compiendo sforzi importanti e straordinari per combattere il virus. Gli operatori sanitari sono allo stremo. Gli incedi quindi si aggiungono ad una situazione sanitaria già difficile”. L’arcivescovo vuole quindi unire la sua voce a quella di altri leader delle Chiese in Europa per lanciare un appello ai responsabili delle grandi potenze mondiali perché facciano qualcosa per il pianeta. “Gli incendi che stiamo purtroppo subendo in questi giorni, non sono che un esempio in più del dramma ecologico che vive il nostro pianeta. Si stanno moltiplicando nel mondo episodi climatici estremi e questo è un chiaro campanello d’allarme: se l’umanità tutta insieme e in maniera solidale non agisce, questi fenomeni aumenteranno. Stiamo assistendo a slanci di solidarietà tra le persone qui in Cabilia. Occorre però mettere in atto una solidarietà a livello planetario. Abbiamo un solo pianeta. Spetta a noi renderlo abitabile per tutti. Dico per tutti perché la crisi climatica rischia di aumentare le disparità già esistenti e ad essere colpiti sono e saranno sempre le fasce più povere della popolazione”.