“La Legge non è alla base dell’Alleanza perché è giunta successivamente”. Lo ha detto Papa Francesco, durante la catechesi dell’udienza generale, questa mattina, nell’Aula Paolo VI. Nel discorso in lingua italiana il Papa, continuando il ciclo di catechesi sulla Lettera ai Galati dell’apostolo Paolo, ha incentrato la sua meditazione sul tema: La Legge di Mosè. Il Pontefice si è soffermato sull’intuizione dell’apostolo, che emerge della lettera ai Galati: “Se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete più sotto la legge (Gal 5,18)”. E ha osservato che “invece i detrattori di Paolo sostenevano che i Galati avrebbero dovuto seguire la Legge per essere salvati”. “L’apostolo non è affatto d’accordo. Non è in questi termini che si era accordato con gli altri apostoli a Gerusalemme”, in quello che fu il primo concilio. La catechesi del Papa si è concentrata, dunque, su un aspetto: “L’osservanza della Legge garantiva al popolo i benefici dell’Alleanza e il legame particolare con Dio”. Infatti, stringendo l’Alleanza con Israele – ha osservato Francesco -, “Dio gli aveva offerto la Torah perché potesse comprendere la sua volontà e vivere nella giustizia”. “In quel tempo c’era bisogno di una legge così, perché c’era il paganesimo dappertutto”. “Più volte, soprattutto nei libri dei profeti, si riscontra che la non osservanza dei precetti della Legge costituiva un vero tradimento all’Alleanza, provocando la reazione dell’ira di Dio. Il legame tra Alleanza e Legge era talmente stretto che le due realtà erano inseparabili”. Ma “l’Apostolo spiega ai Galati che, in realtà, l’Alleanza e la Legge non sono legate in maniera indissolubile”.