In Nicaragua, “il processo elettorale” è vissuto “con paura e incertezza perché non ci sono le condizioni per elezioni democratiche”. È il duro giudizio espresso dall’arcidiocesi di Managua, attraverso la propria Commissione Giustizia e Pace, in una nota diffusa ieri, nella quale si denuncia la sistematica violazione dei diritti politici e costituzionali in vista delle prossime elezioni di novembre.
La nota mette in evidenza la grave situazione di persecuzione che il regime di Daniel Ortega ha scatenato nei mesi scorsi contro i suoi avversari politici, privando della loro libertà candidati presidenziali, giornalisti e leader politici. Ciò si è aggiunto “alle minacce alla nostra Chiesa cattolica, alle offese ai suoi sacerdoti e vescovi, alle limitazioni al visto o alla residenza dei sacerdoti stranieri, alle vessazioni dei parrocchiani laici e ad altre azioni illegali e intimidatorie”. In tal modo, “al popolo nicaraguense, che ha il diritto di scegliere diverse opzioni politiche, viene impedito di esprimere la propria preferenza, votando alle elezioni di novembre per eleggere le più alte autorità del Paese”.
Inoltre, la sofferenza delle persone “è aggravata da nuove ondate di contagio per la pandemia che continua a causare decessi, ricoveri e restrizioni alla normalità”.
L’arcidiocesi affronta inoltre il tema dell’emigrazione di numerosi concittadini: “Ci ferisce la nuova ondata migratoria nicaraguense, per lo più giovani, che sono costretti a lasciare la propria patria a causa, tra l’altro, dell’insicurezza, della disoccupazione, dell’incertezza sul futuro del Paese”.