“Faccio di nuovo appello a chi è in grado e in dovere di intervenire perché questo dramma non si trasformi in una tragedia ineluttabile”. Lo ha affermato questa mattina l’arcivescovo di Firenze, il card. Giuseppe Betori, riservando la parte finale dell’omelia pronunciata in occasione della solennità di San Lorenzo, al “dramma della perdita del lavoro che incombe su centinaia di uomini e donne a Campi Bisenzio, nella fabbrica della Gkn e nelle aziende dell’indotto”. “La carità – ha osservato – inizia anzitutto dalla giustizia e non c’è chi non veda come tra noi si stia consumando un grande dramma dell’ingiustizia, in cui le ragioni della finanza intendono prendere il sopravvento sulle ragioni dell’umano”. “Il lavoro nasce da un contratto tra chi pone a disposizione risorse materiali e monetarie e chi offre le proprie risorse di lavoratore”, ha proseguito il cardinale, ammonendo: “Non si rescinde un contratto senza un confronto che ne faccia emergere le ragioni e che non lasci esiti che feriscono la dignità delle persone”. “Papa Francesco – ha osservato Betori – inserirebbe la vicenda di Campi nel contesto di quella ‘globalizzazione dell’indifferenza’ che scaturisce dal sottomettersi ai ‘meccanismi sacralizzati del sistema economico imperante’ (Evangelii gaudium, 54)”. “Per questo – ha concluso –, con il Papa, vogliamo dire anche per Campi il nostro ‘no a un’economia dell’esclusione e della inequità’ (Evangelii gaudium, 53)”.