“La missione del sacerdote è quella di unire due realtà che appaiono spesso separate: il mondo di Dio – lontano da noi, spesso a noi sconosciuto – e il nostro mondo umano. Il sacerdote è colui che collega cielo e terra”. Lo ha affermato l’arcivescovo di Dublino, Dermot Farrell, nell’omelia della messa per commemorare l’anniversario della morte di Domenico Guzmán. “Sono lieto di celebrare questa messa con la famiglia domenicana in occasione dell’800° anniversario della morte di san Domenico, morto a Bologna il 6 agosto 1221”. “In diverse situazioni, donne e uomini che hanno modellato la loro vita su Domenico hanno incarnato i valori e gli ideali cristiani a tal punto da avere un forte impatto sulla società contemporanea”, ha affermato il vescovo. “La vita di Domenico ci sfida con le esigenze del discepolato cristiano, ma lo fa in un linguaggio che trascende le mere teorie e idee. Le teorie in sé e per sé raramente portano alla conversione religiosa”. Farrell ha osservato: “Naturalmente, senza attenzione al contesto storico e alla situazione culturale in cui Domenico sviluppò il suo apostolato e diede la sua testimonianza evangelica, è impossibile comprendere il pieno significato dell’Ordine domenicano e neppure l’accoglienza e le resistenze che ha incontrato. Oggi, come in passato, il discepolato implica che non c’è grazia a buon mercato”.
Poco oltre il vescovo ha sottolineato: san Domenico “può insegnarci che l’allegria e la gentilezza, riflesse nei nostri volti, sono una migliore testimonianza del Vangelo rispetto al ‘volto funebre’ a volte menzionato da Papa Francesco nelle sue omelie… La gente nota quando ci guarda a messa se siamo un mucchio di facce acide e austere”. Da qui un invito personale: “Non dimenticare di porti questa domanda: sono una persona gioiosa? Oppure sono uno il cui volto è abbattuto, amareggiato? Dio ama chi sa donare con gioia”.
Infine: “Domenico ha visto la necessità di un ritorno al cuore del Vangelo e alle indicazioni fondamentali che mettono tutti in grado di rispondere al dono di Dio: povertà, fiducia in Dio e predicazione della buona novella che è il Vangelo”.