Rapporto Istat: povertà assoluta in forte aumento. Nel 2020 ha interessato oltre 2 milioni di famiglie, al Sud l’incidenza più elevata

La povertà assoluta in Italia è in forte crescita e ha interessato nel 2020 oltre 2 milioni di famiglie (7,7% dal 6,4% del 2019) e più di 5,6 milioni di individui (9,4% dal 7,7%). Coerentemente con l’andamento dei consumi, la condizione peggiora di più al Nord che al Centro e nel Mezzogiorno. Nel Mezzogiorno vi è ancora i l’incidenza più elevata (9,4% l’incidenza familiare), nel Centro la più bassa (5,4%). È quanto emerge dal “Rapporto annuale 2021. La situazione del Paese” presentato oggi dall’Istat.
Le famiglie con persona di riferimento occupata, viene spiegato, sono state più colpite dalla crisi (incidenza familiare dal 5,5% al 7,3%). Le famiglie con persona di riferimento ritirata da lavoro restano, invece, quelle con la minore incidenza di povertà (il 4,4% nel 2020).
Per le famiglie con almeno uno straniero l’incidenza di povertà si attesta al 25,3%; tra queste, è al 26,7% per le famiglie di soli stranieri mentre scende al 6,0% tra le famiglie di soli italiani. La povertà colpisce le famiglie più numerose: 20,5% per quelle con cinque e più componenti e 5,7% per quelle di uno o due componenti.
Rispetto alla crisi del 2012, il calo dei consumi e l’aumento della povertà registrati lo scorso anno sembrano più legati a vincoli oggettivi alla possibilità di spendere che a un deterioramento della capacità di spesa, molto contrastato dalle misure di sostegno ai redditi.
I cittadini percepiscono, comunque, un peggioramento delle condizioni economiche della propria famiglia nel 20,5% dei casi. L’età avanzata esercita un effetto protettivo: il 12% di chi ha 65 anni e più lamenta un peggioramento a fronte del 26,3% dei 35-54enni.

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