Sulla base dei conti nazionali, il reddito disponibile delle famiglie consumatrici nel 2020 si è ridotto del 2,8% (-32 miliardi di euro), quasi azzerando la crescita del biennio precedente. I consumi finali hanno subito una caduta di dimensioni molto più ampie (-10,9%) e mai registrate dal dopoguerra. È quanto emerge dal “Rapporto annuale 2021. La situazione del Paese” presentato oggi dall’Istat.
Il reddito primario delle famiglie, viene spiegato, è sceso di 92,8 miliardi di euro (-7,3%). I massicci interventi pubblici di redistribuzione hanno fornito un contributo positivo di circa 61 miliardi di euro, compensando due terzi della caduta e sostenendo il potere d’acquisto delle famiglie. A fronte della discesa molto più ampia della spesa, la propensione al risparmio è salita dall’8,1 al 15,8%. Le prestazioni sociali sono aumentate di 37,6 miliardi di euro (+9,6%): tra le misure di sostegno al reddito, 13,7 miliardi sono andati alla copertura della cassa integrazione guadagni e 14 miliardi ad altri assegni e sussidi. Oltre 7 miliardi sono stati erogati nel corso del 2020 attraverso Reddito e Pensione di cittadinanza, con 1,6 milioni di nuclei familiari percettori, per un totale di 3,7 milioni di persone coinvolte. Il Reddito di emergenza ha invece interessato 425mila nuclei familiari.
Dall’indagine sulle spese per consumi la spesa media mensile familiare è di 2.328 euro mensili, in calo del 9,0% rispetto al 2019. Il dato medio in valori correnti ritorna al livello del 2000. Il 2020 costituisce un episodio unico, in cui l’andamento dei consumi, dal punto di vista temporale, territoriale e di categoria merceologica, è stato determinato dall’evoluzione della crisi sanitaria e dalle misure di contrasto alla pandemia.
La riduzione delle spese è stata più intensa nel Nord Italia (-10,2% il Nord-ovest e -9,5% il Nord-est), seguito dal Centro (-8,8%) e dal Mezzogiorno (-8,2% il Sud e -5,9% le Isole).
Le stime preliminari del primo trimestre 2021 indicano un calo ulteriore del 3,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La flessione continua a concentrarsi sulle spese diverse da quelle per prodotti alimentari e per l’abitazione (-7,5%).