Le donne “possono imprimere alla città quella marcia in più per la ripartenza, ma dati alla mano, pur essendo numericamente di più degli uomini, incontrano le stesse difficoltà di una minoranza”. Lidia Borzì, presidente delle Acli di Roma e provincia commenta i dati emersi ieri durante il dibattito nel quarto appuntamento del “Cantiere Roma”, l’iniziativa promossa in vista delle elezioni amministrative del 2021, dedicato alle donne. Per Borzì occorre “costruire una città a misura di donna” mettendo “la cura, intesa come modello di governo e governance nel segno dell’attenzione, al centro delle politiche della nostra città, facendone un nuovo paradigma urbano alla base di un nuovo modello di welfare che le faccia sentire sostenute e protette”.
“Non si tratta – prosegue la presidente – di fare una città per le donne, ma di non accettare che ci sia solo un modello di città al maschile”, a partire dalla toponomastica. Le donne fanno inoltre fatica a trovare un lavoro dignitoso, ancora di più con la pandemia. Di qui la richiesta al Comune di pensare “spazi di co-working nei diversi quartieri” o di fare in modo che “nelle condizioni degli appalti affidati dal comune, la condizione lavorativa femminile diventi un vero e proprio parametro di valutazione premiante”. Altro punto critico è la violenza, sia quella domestica che quella urbana. “Invitiamo, alla luce di questo, le istituzioni e tutti i soggetti sociali ad agire in una logica di rete sinergica per riconoscere il valore delle donne con una visione della città che rimetta al centro le relazioni, quindi non solo un’azione di sicurezza, ma delle azioni di prevenzione che combattano modelli culturali distorti”, prosegue Borzì. In questo momento, conclude, Roma ha più che mai bisogno di donne “costruttrici di comunità” e “perciò lanciamo un hashtag per la città: #Romadigenere, per ripensare la città ‘con sguardo di donna'” per “il bene di tutti”.