Ad oggi, solo cinque Regioni hanno emanato provvedimenti atti a definire linee guida, piani, programmi etc. volti a rafforzare il tracciamento e la prevenzione per Covid-19. In particolare, si tratta di Abruzzo, Calabria, Liguria, Lombardia e Veneto, secondo l’analisi dei provvedimenti delle Regioni e delle Province autonome in merito all’emanazione di indicazioni per screening, tracciamento e contact tracing per Covid-19 aggiornata al 5 luglio. Eppure, il contact tracing acquisisce una funzione cruciale ora che l’incidenza dei contagi è sotto i 50 nuovi casi settimanali per 100.000 abitanti e quindi i focolai sono controllabili.
È quanto emerge dalla 60ª puntata dell’Instant Report Covid-19, iniziativa dell’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari (Altems) dell’Università Cattolica di confronto sistematico sull’andamento della diffusione del Sars-CoV-2 a livello nazionale. “Ancora una volta – afferma Americo Cicchetti, direttore Altems – risulta differente il comportamento delle Regioni/Province autonome in merito all’emanazione di indicazioni per screening, tracciamento e contact tracing per Covid-19”. Eppure, prosegue, queste misure “risultano essere di fondamentale importanza per ridurre la trasmissione del contagio ed evitare, così, la conseguente pressione in Terapia intensiva che assieme alle vaccinazioni sono le uniche armi che al momento abbiamo per contrastare il virus sul territorio”.
Quanto ai vaccini, in riferimento alle prime dosi somministrate sulla popolazione residente (per 100 abitanti) per fascia di età, a livello nazionale si registrano queste percentuali per le fasce di età considerate: 12-19 anni (22,27%), 20-49 anni (52,21%), 50-69 (74,52%), 70-79 (85,52%), over 80 anni (90,97%). La media nazionale (che considera la fascia di età maggiore di 12 anni) è pari al 63,73%.