“La spiritualità di Suor Veronica è una spiritualità dell’espiazione fondata non solo sulla storia della sua vita, ma sulla consonanza della sua vita con la storia della passione e morte di Cristo, rivissuta intensamente in ogni Eucaristia”. Così mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, ha ricordato oggi la figura di Suor Veronica del SS. Sacramento, morta l’8 marzo del 1964, dopo un breve ricovero nell’Arcispedale di S. Anna. “Leggere anche la sofferenza come luogo della presenza di Dio – ha affermato il presule – è stato un esercizio richiesto anche a noi in questo tempo di pandemia. Non è facile. La vicenda umana e spirituale di suor Veronica lo ha insegnato, ricordandoci che la sofferenza talora è il luogo in cui riscopriamo la nostra creaturalità, il limite della nostra vita, che trova un senso solo in Dio”. Mons. Perego ha ricordato che “lo stile di una spiritualità dell’espiazione non è solo la sopportazione della sofferenza, ma l’assunzione dello stile di Gesù che è passando in mezzo a noi facendo del bene. E’ lo stile della gratuità – ‘gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date’- , lo stile della prossimità – a chi è malato, lebbroso -, lo stile della povertà – ‘Non procuratevi né oro né argento né denaro’ è lo stile del saluto, del dono della pace da assumere nel cammino e nella vita nella città. Suor Veronica, anche nella prova e nella sofferenza, ha saputo guardare agli altri e non a se stessa, moltiplicare i gesti di gioia e di carità nel monastero in cui viveva, come traduzione non solo del comandamento dell’amore, ma della verità di una vita in comunione con Dio e i fratelli e le sorelle. L’esperienza di consacrazione di suor Veronica – ha concluso – è stata animata dalla ‘perfetta carità’ che ha praticato e trasformato tutta la sua vita”.