Un documento di 48 pagine per denunciare “l’uso sproporzionato della forza, violenza di genere, violenza etnico-razziale, violenza contro i giornalisti e contro le missioni mediche, irregolarità nei trasferimenti per la protezione, denunce di sparizione, nonché il ricorso all’assistenza militare, ai poteri disciplinari e alla giurisdizione penale militare”. È un duro atto d’accusa quello messo ieri nero su bianco dalla Commissione interamericana per i diritti umani (Cidh), che ha presentato il rapporto su quanto avvenuto in Colombia, durante lo sciopero e le proteste popolari degli ultimi due mesi. Il documento mette in evidenza che nell’89% dei casi le 12.478 azione di protesta da parte dei cittadini si sono svolte in modo pacifico. E avvalora la stima di 73 persone decedute (le autorità pubbliche ne riconoscono 51), fornito dall’ong Temblores, mentre il numero delle persone ferite oscilla tra le 1.113 riconosciute dallo Stato e le circa 1.700 riportate da alcuni organismi indipendenti. “Nessuno può raccomandare che un Paese sia tollerante nei confronti degli atti criminali”, ha risposto seccamente il presidente colombiano Iván Duque.
Nel documento viene presentata una ricognizione rispetto al contesto in cui sono iniziate le proteste e si sottolinea l’appello al dialogo per superare il conflitto sociale. Le indagini, specifica l’organizzazione, si sono svolte tenendo conto degli standard interamericani sui diritti umani, “con la dovuta diligenza”, a partire dalla visita svolta in Colombia da una propria delegazione e attraverso la raccolta di informazioni ricevute dalle organizzazioni della società civile e da vari settori.
Si sottolinea che lo Stato della Colombia e la società nel suo insieme hanno “un’opportunità unica per invertire la situazione attuale verso una nuova fase di partecipazione dei cittadini. Ciò attraverso un dialogo efficace e inclusivo per rispondere alle legittime richieste della popolazione, nel massimo rispetto dei diritti umani e nel quadro democratico dello stato di diritto”.
La Commissione interamericana esprime ancora una volta la sua “solidarietà a tutte le vittime di violazioni dei loro diritti umani, nel contesto delle proteste, e alle loro famiglie. È necessario rendere omaggio a coloro che hanno perso la vita, alle donne vittime di violenza sessuale, alle persone ferite, alle vittime di lesioni agli occhi, alle persone scomparse”. La Cidh sottolinea l’importanza della giustizia e della riparazione per le vittime, nella prospettiva di “un processo di riconciliazione sociale, dialogo e riaffermazione dello Stato di diritto sociale”.