Con l’emergenza Covid che ha ridotto per mesi la presenza dell’uomo all’aperto proliferano, con un aumento del 15%, i cinghiali che invadono città e campagne da nord a sud dell’Italia. È quanto emerge dalla stima di Coldiretti in occasione della protesta di agricoltori, cittadini e istituzioni in tutta Italia a partire da piazza Montecitorio a Roma con mobilitazioni nelle principali città, da Milano a Napoli, da Torino a Bologna, da Palermo a Cagliari, da Bari a Bologna e in tutti i capoluoghi di Regione. I branchi – sottolinea Coldiretti – si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi dove giocano i bambini, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con pericoli per la salute e la sicurezza delle persone.
“In Italia dopo il lockdown per l’emergenza Covid i cinghiali hanno raggiunto la cifra record di 2,3 milioni di esemplari”, osserva l’organizzazione. I cinghiali cercano cibo tra i rifiuti nelle città, ma la situazione è insostenibile nelle campagne con danni per almeno 200 milioni di euro all’anno alle produzioni agricole. Senza dimenticare il pericolo della diffusione di malattie evidenziato dallo stesso Piano di sorveglianza e prevenzione per il 2021 del ministero della Salute che ribadisce come i cinghiali abbiano una responsabilità fondamentale per la diffusione della peste suina africana (Psa). Coldiretti chiede pertanto che le Regioni si coordinino strettamente con lo Stato e operino in modo risoluto per attuare le misure previste per il controllo e il contenimento dei cinghiali affinché “gli agricoltori possano avanzare richiesta di intervento e procedere direttamente in quanto muniti di apposita licenza; l’attività di coordinamento delle azioni di contenimento e prelievo spettino alla polizia municipale e provinciale; gli agricoltori vengano coadiuvati dalle stesse forze dell’ordine, da guardie venatorie volontarie ma possano delegare le attività a cacciatori abilitati iscritti all’apposito registro regionale”. Coldiretti chiede inoltre che “il calendario venatorio venga allargato fino a comprendere i mesi che vanno da settembre a gennaio; le carni degli animali vengano destinate alla beneficienza nel rispetto di standard di sicurezza o vengano valorizzati a sostegno dell’economia locale; che la regia complessiva di tali azioni di contenimento e prelievo sia affidata al Prefetto” in quanto “competente per la tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza”.