Terzo Settore: Frangione (Italia non profit), “c’è desiderio di aprirsi al mondo esterno”. Bobba (Terzjus), “gli enti si aspettano un’azione delle istituzioni più incisiva”

“Gli enti del Terzo Settore stanno dando grandi segnali alle istituzioni: la volontà di aderire al Registro unico ci dice molto rispetto alla necessità di accessibilità e desiderio di aprirsi al mondo esterno, la confusione rispetto agli adempimenti da compiere è un segnale del percorso travagliato della Riforma, la grande partecipazione a questa ricerca e gli stimoli che gli enti hanno dato alle istituzioni riassumono la spinta che il Settore ha di essere parte attiva di questo cambiamento”: lo dichiara Giulia Frangione, ceo e amministratore unico di Italia non profit, a proposito del dossier realizzato da Terzjus e Italia non profit in base a un’indagine alla quale hanno partecipato 1.671 persone che a diverso titolo rappresentano le organizzazioni del Terzo Settore. La survey si è conclusa con 1.161 questionari completi e adeguati ai fini dell’analisi. “Il coinvolgimento di chi si occupa dei bisogni sociali, di chi lavora sui servizi, di chi disegna le risposte alle nuove necessità è fondamentale per strutturare politiche e nuove forme di sostegno alle organizzazioni. Per questo, la restituzione dei dati è resa disponibile gratuitamente. Sono indicazioni utili non solo per i policy maker ma per tutte le realtà filantropiche (fondazioni e aziende) che con il Terzo Settore collaborano e che ne supportano lo sviluppo”, aggiunge Frangione.
“La survey digitale ‘Riforma in Movimento’ – afferma Luigi Bobba, presidente di Terzjus – è stata la prima occasione per dare la parola ai destinatari della Riforma del Terzo Settore, ovvero tutte quelle organizzazioni che, iscrivendosi al Registro assumeranno l’acronimo Ets: enti del Terzo settore. Attraverso le loro parole, si evidenziano luci e ombre della riforma. Molti hanno percepito la novità rilevante nell’avere finalmente un corpus unitario di norme che regola questo mondo alquanto variegato. Ma altrettanti sottolineano la lentezza con cui si è proceduto nella attuazione della riforma stessa”. Colpisce, secondo Bobba, che “la riforma sia conosciuta più per gli aspetti regolamentari e gli adempimenti, che per le norme promozionali e le opportunità che offre. Dato che si spiega anche per il fatto che diverse norme di attuazione non sono ancora state emanate”. A questo scopo, conclude Bobba, “abbiamo consegnato al ministro del Lavoro Andrea Orlando un decalogo (10 azioni per non sprecare una buona riforma) che vuole essere uno stimolo affinché le istituzioni preposte accelerino il passo e mettano in campo azioni informative e promozionali rivolte in particolare alle organizzazioni di piccole dimensioni. In sintesi, la ricerca ci dice che gli enti, per più dell’80%, guardano positivamente alla riforma, ma si aspettano un’azione delle istituzioni più incisiva e chiedono altresì un monitoraggio costante della stessa. È proprio quello che Terzjus si è proposto di fare”.

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