Migranti: le associazioni del Tavolo Asilo, “basta stragi, interrompere il finanziamento alla Guardia costiera libica”

Nel Mediterraneo si continua a morire. Le stragi di migranti che cercano di raggiungere le coste europee sono ormai quasi quotidiane, col rischio che si consumino nell’indifferenza generale. Il Tavolo Asilo e Immigrazione ha inviato una lettera aperta al presidente Draghi, perché fermi questa situazione e interrompa il finanziamento alla cosiddetta Guardia costiera libica. I motivi che hanno indotto il Tavolo Asilo e Immigrazione a prendere questa iniziativa verranno illustrati in una conferenza stampa che si terrà mercoledì 7 luglio alle 15 presso la sala Caduti di Nassirya del Senato. Parteciperanno alcuni parlamentari che sostengono l’iniziativa. Le associazioni riunite nel Tavolo Asilo ricordano che “la politica dei respingimenti continua, nonostante lo stesso Alto Commissario delle Nazioni Unite Filippo Grandi sia intervenuto più volte per affermare che la Libia non può essere considerata Paese sicuro, visto che i diritti, compreso quello d’asilo, non vengono rispettati e chiedendo dunque di far cessare i respingimenti in quel Paese. Nonostante tutto questo, il Parlamento sta per votare la delibera sulle missioni militari all’estero, tra cui anche il rinnovo di quella in Libia”. “Noi pensiamo – affermano – che sia necessario un radicale cambio di rotta, mettendo in campo provvedimenti finalizzati al salvataggio delle persone, evacuando le persone rinchiuse in tutti i centri di detenzione in Libia, per inviarle verso Paesi dove i diritti siano rispettati”. Fanno parte del Tavolo Asilo e Immigrazione: A Buon Diritto, Acli ActionAid, Amnesty international Italia, Arci, Casa dei diritti sociali, Centro Astalli, Cgil, Cies, Comunità Papa Giovanni XXIII, Cnca, Comunità di S. Egidio, Conngi, Emergency, Europasilo, Fcei, Fondazione Migrantes, Intersos, Legambiente, Medici del Mondo Italia, Medu, Movimento Italiani senza cittadinanza, Msf, Oxfam, Refugees Welcome Italia, Save the children, Senza Confine, Simm.

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