Ieri 5 giugno, ad Amman, si è tenuta una conferenza sull’enciclica “Fratelli Tutti” di Papa Francesco patrocinata dal ministero della Cultura della Giordania e organizzata da Caritas Giordania e dal Centro cattolico studi e media (Ccsm). Lo riporta il sito abouna.org. Come valorizzare la cultura della fratellanza e della solidarietà è stato il filo conduttore dell’evento, il primo “in presenza” dopo i lockdown dovuti alla pandemia. Rif’at Bader, direttore del Ccsm, aprendo l’incontro, ha ricordato quanto sia necessario, davanti a sfide come quelle del Covid, “radicare e approfondire una vera cultura della solidarietà che aiuti nei processi di costruzione del futuro, capace di infondere grazia e speranza in una vita dignitosa e libera”. In questo la Giordania si è sempre distinta, come riconosciuto da Papa Giovanni Paolo II nel pellegrinaggio giubilare del 2000. “Il Regno hashemita – ha detto Bader – ha messo in atto iniziative nel campo del dialogo e dell’accoglienza che sono diventate internazionali. La nostra è una cultura di accoglienza e di amicizia”. Parole condivise dal ministro giordano della Cultura, Ali Ayed, presente all’incontro. A sottolineare il ruolo dei leader religiosi nel promuovere la cultura della solidarietà e della fratellanza è stato il neo vicario generale del Patriarcato latino di Gerusalemme, mons. William Shomali, per il quale “una volta che le nuove generazioni crederanno nella fraternità umana come chiedono le religioni abramitiche, allora vivremo nell’armonia, nella pace e nell’amore, altrimenti la cultura dell’esclusione si trasformerà in una cultura di morte e di annientamento per tutta l’umanità”.