È fondamentale il ruolo delle istituzioni nell’adoperarsi, insieme con tutti gli operatori del settore, per garantire un futuro e un benessere psico-fisico ai minori abbandonati alla nascita, ai bambini vittime di maltrattamenti e che hanno bisogni speciali come traumi, disabilità fisiche o mentali, ai bambini grandi o con fratelli adottabili. Lo hanno sottolineato a ministra per le Pari opportunità e la famiglia e presidente della Commissione per le adozioni internazionali (Cai), Elena Bonetti, e la presidente del Tribunale per i minorenni di Milano, Maria Carla Gatto, intervenendo oggi all’apertura dei lavori lavori della 7ª edizione dell’International Conference on Adoption Research 2021, l’evento che il Centro di Ateneo Studi e ricerche sulla famiglia dell’Università Cattolica ospita via web fino al 9 luglio. A questo proposito la ministra Bonetti ha riferito i dati relativi ai bambini con bisogni speciali. “Nel 2020 395 minori sui 669 adottati attraverso l’Ica (la cifra è pari al 59%) manifestano uno o più bisogni speciali. Il fenomeno riguarda una chiara maggioranza di bambini adottati attraverso l’Ica ma con una incidenza più bassa di quella del 2019 (il 64,2% del totale), e di quella del 2018 (70%)”.
L’operato delle istituzioni per sostenere questi minori si nota, come ha specificato Maria Carla Gatto, a dispetto dei numeri che rivelano un calo significativo delle adozioni. Infatti, a Milano ci sono stati diversi casi di inserimento in famiglie adottive durante il periodo della pandemia anche di bambini con gravi disagi. “Non dobbiamo dimenticare che indubbiamente gli interventi di natura assistenziale hanno un costo, ma se si riuscirà a garantire maggior benessere ai ragazzi, aiutandoli a superare le difficoltà personali e familiari, il costo si tradurrà nel futuro in un risparmio di spesa e, anzi, potrà costituire la base di una cittadinanza attiva”.
Quella di Icar è una storia lunga oltre vent’anni che può contare su un grande pool di esperti e ricercatori che lavorano sul tema dell’adozione a livello internazionale e lo dimostra la presenza al convegno del 2021 di 12 keynote speaker e oltre 200 partecipanti da 27 Paesi nel mondo per un totale di 345 presentazioni.
Rosa Rosnati, psicologa dell’adozione dell’Ateneo che ha curato l’organizzazione di Icar 7, ha ricordato la mission della ricerca in questo campo: “Vogliamo aprire i nostri cuori ai bambini e soprattutto a quelli abbandonati che vivono in un ambiente relazionale inadeguato. È noto che i bambini hanno bisogno delle relazioni più o almeno quanto del nutrimento, di quelle relazioni personalizzate e continue che solo la famiglia può offrire”.
In Università Cattolica questo lavoro è sostenuto da trent’anni dal Centro di Ateneo studi e ricerche sulla famiglia di cui il direttore Camillo Regalia ha ricordato la storia e le finalità che si propone di perseguire attraverso la ricerca interdisciplinare e l’alta formazione.