“Per affrontare i danni causati dai cambiamenti climatici, con maltempo e incendi che stanno devastando le campagne di tutta Italia, servono strumenti di gestione del rischio sempre più avanzati, efficaci e con meno burocrazia”. Lo ha affermato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, in occasione dell’incontro con il commissario europeo all’agricoltura Janusz Wojciechowski, intervenuto a Roma al Consiglio nazionale della più grande organizzazione agricola d’Italia e d’Europa. Un’occasione per testimoniare la vicinanza ai tanti agricoltori che stanno soffrendo proprio per i danni legati al clima, dagli allevatori della Sardegna che hanno avuto aziende e greggi distrutte dal fuoco agli agricoltori delle regioni del Nord, duramente colpite dalla grandine.
Il tema della difesa delle aziende agricole dagli effetti dei mutamenti climatici si inserisce all’interno della nuova Politica agricola comune (Pac), con Prandini che ha ringraziato il commissario “per l’impegno nell’accordo sulla riforma che ha consentito all’Italia di recuperare risorse rispetto alla proposta iniziale”. In tale ottica il presidente della Coldiretti ha sottolineato il tema della condizionalità sociale, forte di un’agricoltura italiana con il triplo degli occupati rispetto alla media Ue: “È fondamentale valorizzare il lavoro delle aziende che rispettano i diritti dei lavoratori e penalizzare chi sfrutta”.
Sul tavolo anche l’importanza della reciprocità delle regole: il commissario Ue ha concordato sulla necessità di “lavorare anche per standard internazionali equi, per un commercio mondiale con regole chiare che non penalizzino i nostri agricoltori. Può essere il momento giusto per promuovere gli standard della strategia Farm to fork, come global standard”. Un indirizzo da seguire, come proposto da Prandini, anche negli accordi internazionali che troppo spesso finiscono per penalizzare gli agricoltori italiani. Wojciechowski ha anche sottolineato come “il modello agricolo italiano, fatto soprattutto di piccole e medie imprese familiari, sia uno dei più importanti a livello europeo. Lo dimostra la produttività degli agricoltori italiani che, a parità di dimensioni, è tre volte più alta di altri Stati membri”. Per il commissario Ue il modello di filiera corta italiana, promosso da Coldiretti con l’esperienza di Campagna Amica, è un esempio per tutta l’Europa, poiché è riuscita a mettere insieme sistemi di protezione degli agricoltori con il coinvolgimento diretto dei consumatori.
“Il ruolo dell’Europa può essere centrale nello sviluppo di nuovi sistemi alimentari sostenibili – ha concluso Prandini -. Noi crediamo che evidenziare la sostenibilità in etichetta possa aiutare a valorizzare il lavoro di chi davvero si impegna per abbassare l’impatto ambientale. Ma non si devono demonizzare alcuni comparti, come vino e zootecnia, senza vere analisi di impatto e di sostenibilità complessiva”.