I figli delle donne vittime di tratta rischiano a loro volta di cadere nelle mani degli sfruttatori o di essere oggetto di ricatto per tenere soggiogate le madre. È la denuncia lanciata oggi da Save the children nel rapporto “Piccoli schiavi invisibili – Fuori dall’ombra: le vite sospese dei figli delle vittime di sfruttamento”. L’organizzazione ha attivato anche un progetto per rispondere alle necessità dei nuclei mamma-bambini più vulnerabili. In due mesi di attività ha sostenuto 50 nuclei familiari, con una maggioranza di donne di origine nigeriana e 8 in stato di gravidanza. I minori sono 69, di cui 49 nati in Italia e attualmente sotto i 3 anni di età. Nel rapporto vengono sottolineate anche “le gravi conseguenze per madri e bambini nell’ambito dello sfruttamento lavorativo in ambito agricolo, negli insediamenti informali isolati dai centri urbani e dai servizi”, un fenomeno che colpisce soprattutto lavoratrici provenienti dall’est Europa, spesso sole con figli minori, “sottoposte dagli sfruttatori al ricatto della perdita del lavoro, una minaccia che spesso fa leva proprio sulla presenza di figli”. Il rapporto diffuso oggi sottolinea che in alcune aree, come la “fascia trasformata” nel ragusano in Sicilia, “tra i minori che vivono nelle campagne spesso con la sola madre che in prevalenza appartiene alle comunità rumena e rom, la dispersione scolastica raggiunga picchi dell’80% a causa della distanza delle strutture scolastiche e dell’assenza di trasporti”. Per i minori figli di persone sfruttate il rischio di diventare a loro volta vittime è concreto: “Spesso, al compimento di 12-13 anni iniziano a lavorare nei campi per paghe più basse rispetto a quelle degli adulti, le minori possono essere coinvolte anche in forme di sfruttamento sessuale”.