È durata 7 ore l’udienza la prima udienza del processo sulla vicenda legata agli investimenti finanziari della Segreteria di Stato a Londra, ed è stata tutta riservata a schermaglie procedurali. La prossima udienza è fissata per il 5 ottobre. Nell’aula polifunzionale dei musei Vaticani – ha riferito il pool di giornalisti ammessi in aula – erano presenti soltanto il cardinale Giovanni Angelo Becciu e mons. Mauro Carlino. Il Collegio giudicante era composto dal presidente del Tribunale vaticano, Giuseppe Pignatone, dal prof. Venerando Marano, direttore del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Roma “Tor Vergata” e dal prof. Carlo Bonzano, ordinario di Diritto processuale penale all’Università di Roma “Tor Vergata”. Oltre al card. Giovanni Angelo Becciu, accusato di peculato, abuso d’ufficio anche in concorso e subornazione (reato di chi offre o promette denaro a un testimone, a un perito o a un interprete, per indurlo a una falsa testimonianza, perizia o interpretazione, ndr.) sono altre nove le persone citate in giudizio: René Bruhlart, ex direttore dell’Aif (abuso d’ufficio); mons. Mauro Carlino, ex segretario del card. Becciu (estorsione e abuso d’ufficio); il banchiere Enrico Crasso (peculato, corruzione, estorsione, riciclaggio e autoriciclaggio, truffa, abuso d’ufficio, falso materiale di atto pubblico commessa dal privato e falso in scrittura privata); Tommaso Di Ruzza, ex direttore dell’Aif (peculato, abuso d’ufficio e violazione del segreto d’ ufficio); Cecilia Marogna, sedicente “agente segreto” ingaggiata da Becciu (peculato); il finanziere Raffaele Mincione (peculato, truffa, abuso d’ufficio, appropriazione indebita e autoriciclaggio); l’avvocato Nicola Squillace; il commercialista Fabrizio Tirabassi (corruzione, estorsione, peculato, truffa e abuso d’ufficio); il broker Gianluigi Torzi (estorsione, peculato, truffa, appropriazione indebita, riciclaggio e autoriclaggio). La Santa Sede e lo Ior si sono costituite parte civile, affidando la tutela penale all’ex Ministro della giustizia Paola Severino, presente in aula insieme agli avvocati degli imputati.
L’udienza – ha riferito il Pool di giornalisti ammessi in aula – è iniziata alle 9.17 ed è finita alle 16.45. I vari avvocati degli imputati hanno contestato la legittimità, sia da parte dell’Apsa che dello Ior, di costituirsi parte civile e hanno richiesto la nullità del decreto di citazione. L’avvocato Fabio Viglione, in particolare, legale del card. Becciu, ha contestato la mancanza degli atti, soprattutto della trascrizione degli interrogatori di mons. Alberto Perlasca: “Vorremmo avere la possibilità di ascoltarli”, ha detto: “Esiste una registrazione ma non è stata depositata agli atti”. “Il diritto alla difesa è stato leso”, ha aggiunto: “Non c’è alcuna registrazione che riguarda il cardinale Becciu”. L’avvocato di Crasso e delle sue società, Panella, ha fatto notare che questo procedimento si è avvalso di 4 rescritti del Papa, definendo il rescritto “un atto amministrativo che non può modificare la legislazione in corso. Per Panella dunque, si verrebbe e a configurare un “tribunale speciale” e “un processo penale ad hoc che vanifica il diritto e contrasta con il principio del giusto processo”. Panella ha inoltre contestato i reati di riciclaggio e antiriciclaggio, che a suo dire non sono stati commessi in Vaticano. L’avvocato Intieri, difensore di Tirabassi, ha affermato che “non c’è una sola circostanza di fatto” che lega il suo assistito allo Ior, mentre l’avvocato di Cecilia Marogna, Fiorino Ruggio, ha richiesto il rinvio e lo stralcio finché la sua assistita non sia liberata dall’obbligo del segreto istruttorio, che la vincola a non poter rispondere. L’avvocato Ambra Giacinto, che difende Gianluigi Torzi, ha richiesto il libero impedimento perché la richiesta di estradizione a Londra non consente al suo assistito di allontanarsi per le misure di carattere restrittivo. L’avvocato Caiazzo, legale di Raffaele Mincione, ha dichiarato di essere venuto a conoscenza “casualmente” di un mandato di cattura per il finanziere, emesso nel 2020 e che non risulta ancora depositato, definendo il fatto “particolarmente grave”. Brühlart, tramite il suo avvocato, ha fatto sapere di essere impedito a Zurigo, ma di acconsentire al proseguimento del processo, mentre l’avvocato Aiello, legale di Squillace, si è associato alle precedenti richieste. Moto ampio l’intervento di Paola Severino, che tra l’altro ha dichiarato infondate, e quindi da rigettare, tutte le eccezioni presentati dalle parti. Presente in aula per lo Ior l’avvocato Roberto Lipari, che ha sottolineato come l’Istituto per le Opere di Religione sia parte lesa: “Il compito dello Ior è custodire i beni destinati alle opere religiose e di carità. L’utilizzo illecito dei beni dello Ior sta danneggiando la capacità dello Ior – che non fa parte né della Santa Sede, né dello Stato della Città del Vaticano – di nuovi contatti e rapporti”. Il procuratore aggiunto, Alessandro Diddi, ha dichiarato: ”Se abbiamo commesso degli errori, siamo pronti a rimediare. Rispettiamo i diritti della difesa”. Il promotore di giustizia, Gian Piero Milano, ha fatto notare che il rescritto del Papa “è un atto legislativo, giurisdizionale, il cui uso va correlato al contesto di riferimento, ed è espressione suprema della potestà del Papa. C’è il rischio di travisare gli atti, se lo si guarda solo da un’ottica laica”.
Alle 15.22 l’udienza è stata sospesa e la Corte si è ritirata in Camera di Consiglio per un’ora e venti minuti. Alle 16.43 il presidente del Tribunale vaticano, Giuseppe Pignatone, ha revocato il mandato di cattura a carico di Raffaele Mincione, emesso il 19/6/2020 e ha stabilito il rinvio a giudizio in contumacia per tutti gli assenti, eccetto mons. Carlino, il card. Becciu e Torzi, che non partecipa al processo per legittimo impedimento. Pignatone si è riservato di pronunciarsi su tutte le eccezioni e le richieste presentate dalle parti, rimanendo aperto anche ad ulteriori istanze e richieste delle stesse relative ad atti o a documenti audio e video. Al procuratore aggiunto, Alessandro Diddi, ha chiesto di riconsegnare, entro il 21 settembre, copia dei supporti informatici alle parti e a queste ultime ha chiesto di consegnare, entro il 4 ottobre, ogni ulteriore memoria, istanza o richiesta. Ha fissato infine la prossima udienza al 5 ottobre alle 9.30.