“Incoraggiamo tutti coloro che credono nell’uguale diritto alla vita e alle cure per una madre e il suo bambino non ancora nato a chiedere ai candidati locali e ai partiti politici di spiegare la loro posizione su questi interventi e su questa fondamentale questione”. A chiederlo in una dichiarazione diffusa oggi sono i vescovi cattolici dell’Irlanda del Nord, a seguito della decisione del segretario di Stato per l’Irlanda del Nord, Brandon Lewis, di introdurre i servizi per l’aborto nel Paese entro il 21 marzo 2022. Decisione che i vescovi non esitano a definire “gravemente inquietante”. “È l’ultima di una serie di decisioni dell’attuale governo di Westminster che, a nostro avviso, minacciano il fragile equilibrio delle relazioni al centro dell’accordo di Belfast (Venerdì santo). Purtroppo, alcuni dei nostri partiti politici locali sembrano contenti di accogliere con favore questa mossa unilaterale di Westminster su una questione di fondamentale importanza per gli elettori locali, mentre giustamente contestano tali imposizioni unilaterali su altre questioni”. “Insieme con molti altri, provenienti da un’ampia gamma di ambienti morali, filosofici e religiosi – scrivono i vescovi -, abbiamo coerentemente affermato che il diritto alla vita di ogni persona, indipendentemente dallo stadio di sviluppo o capacità, è un diritto prioritario ed essenziale di tutti gli altri diritti umani”. “Westminster ha imposto una legge ingiusta. I cristiani, e tutte le persone di buona volontà, non possono stare in silenzio e non alzare la voce di fronte a qualsiasi tentativo di ignorare completamente il fatto che i bambini non ancora nati sono esseri umani degni di protezione”, si legge nella dichiarazione. “Incoraggiamo tutti i cattolici, e coloro che condividono la nostra visione sull’inviolabilità di ogni vita umana, a riflettere attentamente sulle questioni sollevate da questa successione di imposizioni unilaterali da parte del governo di Westminster”.