La pastora metodista Ulrike Jourdan, direttrice della rivista “La scuola domenicale”, nel suo intervento alla 57ª sessione di formazione ecumenica del Sae, in corso al Monastero di Camaldoli, ha evocato dapprima immagini del vissuto familiare come madre, segni e gesti messi in atto, anche di derivazione biblica, e racconti, in viaggio e in casa. Il tavolo della cucina è il luogo più importante della casa attorno al quale la mattina si legge insieme la Parola del giorno, si pongono domande sulla fede e dove stendere la tovaglia è percepito come un gesto liturgico. Il canto, il ciclo delle feste, le preghiere rituali, i grandi temi della vita sono veicoli di trasmissione per far percepire ai bambini come la loro piccola storia è inserita nella storia di Dio. Come pastora, Jourdan affianca i genitori nella crescita all’incontro con Gesù di figlie e figlie. Le comunità, ha detto, hanno un ruolo importante in questo affiancamento. Non sempre facile perché, in ogni confessione cristiana, ci sono chiese più o meno aperte all’infanzia. Di qui l’appello: “Comunità, non tiratevi indietro, dite quello che avete da dire, raccontate le vostre storie ai bambini. Hanno piacere di sapere come e perché siete diventate cristiani. Avete tanto da dire ai bambini”. Nello stesso tempo, la pastora vede questo movimento non unidirezionale: “Ho impressione che le nostre chiese hanno tanto bisogno di bambini e bambine come loro hanno bisogno delle chiese. La fede oggi ha perso profondità. Abbiamo bisogno delle domande e della gioia dei bambini per riscoprire la bellezza della nostra fede”.