Come si immagina Erri De Luca il post pandemia? È una domanda che è stata posta oggi allo scrittore al Giffoni Film Festival, incontrando i “giffoner” di “Impact!”. “Mi immagino che non finisca – ha risposto De Luca –. Nelle epoche precedenti le pandemie si esaurivano per l’estinzione del virus che non poteva più circolare. È stato così per la peste del ‘300, che ha portato via un terzo della popolazione. Quando ci si chiude in casa l’epidemia non circola, noi però viviamo in un mondo che non può permetterselo, dunque il virus continuerà a circolare con tutte le sue varianti. Sono convinto del fatto che abbiamo inaugurato l’epoca delle epidemie permanenti. E la conversione sarà realizzata da chi oggi ha quindici anni. Questa generazione è già il futuro. Amo Giffoni per questo: è il luogo ideale per ascoltare i ragazzi”.
Sulle polemiche relative alle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria, lo scrittore è categorico: “Mi sono vaccinato e uso la mascherina perché è una manifestazione di responsabilità civile. Fin quando nessuno toccherà l’articolo 21 della Costituzione, la libertà di tutti è garantita. Le limitazioni dettate dal Covid non hanno nulla a che vedere con il concetto di libertà che per me è associata alla libertà di parola e di espressione”. Incalzato dalle domande dei ragazzi, lo scrittore si è soffermato poi sull’idea della morte: “Con quella degli altri ho un rapporto da analfabeta. Non sono capace di elaborare la perdita. Il mio modo di contrastare questo accadimento è quello di scrivere. Il potere della scrittura è questo: togliere alla morte il diritto ad avere l’ultima parola”.