Un’emergenza umanitaria urgente, che vede lo sfollamento, secondo i media colombiani, di 3.700 persone, vittime di un tragico mix: gli effetti del maltempo e delle piogge, che giovedì scorso hanno provocato frane e alluvioni, e la crescente minaccia dei gruppi armati. Accade a Ituango, nel dipartimento colombiano di Antioquia, nella zona del basso Cauca, dove le fragilità del territorio sono state aumentate dalla costruzione, più volte interrotta, di un grande bacino artificiale. Di fronte all’emergenza umanitaria, la diocesi di Santa Rosa de Osos, in un comunicato, esprime la propria vicinanza e solidarietà agli abitanti dei comuni e delle frazioni di Ituango.
Nel messaggio firmato, tra gli altri, dal vescovo, mons. Elkin Fernando Álvarez Botero, si segnala che la Pastorale sociale della diocesi sta svolgendo un’opera di sostegno, tramite un’équipe di professionisti, che sostengono e garantiscono la cura della popolazione colpita. Allo stesso tempo, viene rivolto un appello alla generosità di tutti perché venga dato un aiuto immediato a chi ha perso tutto o è stato costretto a lasciare le proprie case.
La crisi umanitaria, a Ituango, è accresciuta anche dallo spostamento dei contadini verso l’area urbana del comune, in fuga a causa delle minacce dei gruppi armati.
A questo proposito, la diocesi invita i gruppi armati a lasciare i territori, fermare le minacce e le violazioni dei diritti umani contro la popolazione. “Questo attacco, che si aggiunge alla sofferenza causata dalla tragedia naturale, è un atto di crudeltà disumana, che lede gravemente la dignità e i diritti dei più poveri e vulnerabili”, si legge nella nota.
L’appello alle autorità è di intervenire con sollecitudine per superare l’emergenza e riattivare il collegamento viario verso il capoluogo, attualmente interrotto. Di fronte alla paura di alcune famiglie di tornare nei propri villaggi per non rimanere in mezzo al fuoco, la Chiesa invita le competenti istituzioni del Governo nazionale e delle organizzazioni internazionali a prestare maggiore attenzione a questi territori: “Ciò richiede urgentemente programmi e azioni, non solo per porre fine all’emergenza, ma, soprattutto, per raggiungere la riconciliazione e la pace”.