“Un incontro semplice e intenso: sembrava ci conoscessimo da molto tempo. Gli occhi vivaci e furbetti di un bimbo che ha sofferto, ma ha anche fatto esperienza della forza dell’amore: ecco cosa mi porto nel cuore a conclusione dell’incontro con una coppia di genitori eccezionali”: lo ha detto mons. Francesco Alfano, arcivescovo di Sorrento-Castellammare di Stabia, al termine di un appuntamento speciale, tenutosi questa mattina presso la curia di Castellammare.
Yohan ha quattro anni, ama la pasta al sugo, i cavalli e ha una passione per il presepe e per Gesù di Nazaret. È originario della Costa d’Avorio e deve la vita alla sua famiglia: i genitori Antonella Illiano e Gianluca Nocera, entrambi stabiesi. I coniugi hanno preso in affidamento preadottivo il piccolo nel 2018, nato con una triplice cardiopatia congenita e accudito nell’Orfanotrofio Les Anges de Padre Pio, ma la situazione di lì a poco sarebbe peggiorata, il bambino andava operato d’urgenza. In Africa non ci sono strutture adeguate per simili interventi, era necessario trasferirlo in fretta in Italia. È stato in quel momento che Antonella e Gianluca hanno scelto di adottare Yohan per salvargli la vita.
“Quello che ho ascoltato è un racconto delicato e coraggioso, mentre il piccolo curiosava perché viveva un luogo nuovo, lo sguardo dei coniugi mi comunicava la gioia della loro scelta, dettata non dalla ricerca di un appagamento di un desiderio, ma dall’esigenza di condividere il dono più grande che ci rende felici, quello della vita, che grande testimonianza”, ha continuato mons. Alfano.
“Un’adozione può salvare una vita e donare nuova linfa vitale a chi ha la forza di imbattersi in questa strada, che è fatta senza dubbi di amore, paure e sacrifici – si legge in una nota dell’arcidiocesi –. Antonella e Gianluca sono riusciti nell’intento grazie all’aiuto dell’onlus nazionale ‘Una voce per Padre Pio’, di cui sono volontari da tempo e all’intervento di Guido Oppido, primario di Cardiochirurgia pediatrica dell’Ospedale Monaldi di Napoli, che ha avviato il progetto ‘Cuori Ribelli’, per la realizzazione di un reparto di chirurgia in Africa.
“Ho ringraziato il Signore per questa bella famiglia: sentano sempre la sua presenza per continuare il cammino insieme, contribuendo alla costruzione di una società più fraterna, dove nessuno è giudicato per il colore della pelle o per altri elementi di diversità”, ha concluso l’arcivescovo.
Un ultimo saluto battendo il cinque e canticchiando in allegria, che cosa? Ma l’Inno di Mameli ovviamente, Yohan è un grandissimo tifoso dell’Italia.