“Non dobbiamo rischiare di essere coinvolti in discussioni interne divisive su questioni liturgiche, che rendono difficile o ci impediscono di intraprendere la nostra missione di evangelizzazione in Svezia oggi”. Si conclude così una lettera che il cardinale di Stoccolma Anders Arborelius ha scritto ai cattolici svedesi in risposta alle “molte reazioni” ricevute dopo la pubblicazione del Motu proprio “Traditionis custodes ” di Papa Francesco. “Per alcuni di voi è stata una sorpresa totale e ha suscitato sentimenti contrastanti”, scrive il cardinale nella lettera datata 17 luglio, ma pubblicata sul sito della diocesi alcuni giorni dopo. Arborelius scrive di “tristezza, confusione o preoccupazione” percepite nelle lettere. Ciononostante “sono grato che così tanti vedano in essa un’espressione del ministero magisteriale della Chiesa che deve essere accettato come tale, cioè con obbedienza e rispetto”. Il cardinale si dice colpito del fatto che alcuni di coloro che sono particolarmente affezionati alla “forma straordinaria della Messa” abbiano sottolineato di voler pregare per il Papa: “È davvero importante comprendere che questo è un tempo di preghiera e di penitenza, affinché l’unità della Chiesa sia preservata e possa essere rafforzata”. Il vescovo di Stoccolma anticipa anche che “ci vorrà del tempo prima che noi in diocesi possiamo capire e decidere come mettere in pratica questo Motu proprio”, convinto del fatto che si potranno trovare modalità per celebrare secondo il vecchio rito, “anche se non sarà più possibile nelle chiese parrocchiali”. Quindi l’invito a “chiedere l’aiuto dello Spirito Santo”, affinché “possa aiutarci tutti a fortificarci nell’amore per la Santa Eucaristia e a lasciarci trasformare sempre più in discepoli fedeli di Gesù Cristo”.