“I senza fissa dimora hanno il diritto di poter usufruire del medico di base. Si tratta di una questione di civiltà. E, sulla scia della legge approvata della Regione Emilia Romagna, bisogna procedere su tutto il territorio nazionale”. Lo afferma Francesco Garofalo, presidente del centro studi “Giorgio La Pira” di Cassano all’Jonio. “Se c’è una cosa che il Covid-19 ci ha insegnato è che il diritto di curarsi è un diritto collettivo, anche per garantire la salute di tutti – incalza Garofalo -. Occorre legiferare, per ridurre le disuguaglianze”.
Nella sua dichiarazione Garofalo ribadisce che “avere un medico, per queste persone, significa sentirsi di nuovo cittadini, significa che lo stato c’è per i deboli”. “Ma occorre che la battaglia non si fermi qui. Tutte le altre regioni italiane approvino una legge come quella dell’Emilia Romagna, in modo che tutti i senza dimora in Italia possano avere un medico di base. Andare in questa direzione, significa dare delle risposte concrete alla povera gente, a chi vive in strada, ai padri separati che non riescono a mantenersi, agli imprenditori falliti, ai pensionati con assegno al minimo che non riescono a pagare affitto e bollette; tutte persone che vengono cancellate dall’anagrafe e, di conseguenza, perdono il diritto alla salute”.