La Lituania in queste settimane e mesi è teatro di un crescente afflusso di migranti e richiedenti asilo provenienti dal Medio Oriente e dall’Africa ed entrati in Lituania attraverso il confine con la Bielorussia. Secondo i dati della Croce rossa lituana nei primi sei mesi dell’anno circa 600 migranti hanno attraversato illegalmente il confine lituano-bielorusso; a giugno gli ingressi sono stati circa 400, di cui oltre 80 minori. Per il 40%, sempre secondo i dati della Croce rossa, si tratta di persone vulnerabili: donne con bambini o incinte, minori non accompagnati, persone con disabilità. Per rispondere all’emergenza, a inizio luglio alcune organizzazioni non governative, tra cui Caritas, Cavalieri di Malta e Scout, si sono unite per “garantire che l’accoglienza e la gestione della situazione in deterioramento siano in linea con i principi umanitari e rispondano ai bisogni di base dei migranti”, si legge in un comunicato congiunto delle Ong. Oggi invece, a seguito di una richiesta di assistenza della Lituania, la Commissione europea ha attivato il meccanismo europeo di protezione civile per inviare aiuti nel Paese baltico. Già dodici Stati Ue hanno offerto materiale. “Il confine lituano è un confine esterno dell’Ue”, ha sottolineato Janez Lenarčič, commissario per la gestione delle crisi. Infatti, ad attivarsi sono state anche altre agenzie europee come l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo e Frontex, che sta schierando personale e attrezzature per proteggere la frontiera esterna europea oltre che per raccogliere informazioni assieme ad Europol sulle reti criminali coinvolte.