Un appello al mondo politico e istituzionale e all’opinione pubblica italiana per non abbandonare il Mozambico, soprattutto la popolazione della provincia di Cabo Delgado, colpita da attacchi terroristici jihadistici che hanno provocato dal 2017 ad oggi migliaia di morti e 800.000 sfollati interni. Lo ha lanciato oggi la Comunità di Sant’Egidio, dando il via ad una raccolta fondi per finanziare progetti per la costruzione di scuole nei campi per rifugiati, la fornitura di strumenti di lavoro come reti da pesca, sementi e attrezzi agricoli e aiutare bambini e adulti costretti a fuggire dalle proprie case ad iscriversi all’anagrafe per poter andare a scuola ed usufruire dei servizi (il 45% non ha documenti). La metà degli sfollati sono bambini, con le donne si arriva al 70%. Solo il 10% vive in campi attrezzati sostenuti dalla comunità internazionale, la maggioranza è accolta dalla popolazione, da parenti e amici. “Questa situazione crea grandi sofferenze alla popolazione mozambicana, che ha conosciuto la pace proprio grazie alla mediazione della Comunità di Sant’Egidio mediante l’accordo firmato a Roma il 4 ottobre 1992, dopo un conflitto interno con oltre 1 milione di morti”, ha ricordato in conferenza stampa don Angelo Romano, della Comunità di Sant’Egidio. In Mozambico sono attivi da anni con il programma Dream per la cura dell’Aids e altre iniziative per la diagnostica anti-Covid. Nel frattempo il Mozambico è cresciuto, sono state ricostruite le infrastrutture, è aumentata la speranza di vita. A causa degli attacchi jihadisti gli stessi membri della Comunità di Sant’Egidio, che ha sedi anche a Cabo Delgado sono dovuti fuggire: tra settembre e ottobre del 2019 sono stati uccisi 8 membri durante un attacco ad un villaggio e un altro è stato ucciso nel 2020 durante l’attacco a Mocimboa da Praia. La Comunità prosegue con gli aiuti umanitari agli sfollati interni: nelle provincie di Cabo Delgado, Niassa e Nampula hanno distribuito 100.000 tonnellate di cibo, mascherine e coperte, raggiungendo oltre 25.000 persone, in collaborazione con le istituzioni, associazioni e comunità religiose locali (cristiane e non). Hanno inoltre aiutato 100 famiglie a ricollocarsi in altre aree del Paese e donato casa e terreni da coltivare per ricostruire una vita in autonomia. È possibile sostenere i progetti su https://dona.santegidio.org/.