“La criminalità riempie di paura la società e paralizza ogni azione dei cittadini. Gli assalitori sono uomini, donne e ora anche bambini…”. A denunciarlo è la Commissione Giustizia e Pace della Conferenza episcopale ecuadoriana, in una nota intitolata “Delinquenza e paura sociale”.
Negli ultimi cinque anni, secondo i dati dell’Istituto nazionale di statistica e censimenti (Inec), gli omicidi all’anno sono cresciuti: nel 2017 ci sono stati 972 casi; nel 2018 994 casi; nel 2019 1.188 casi; nel 2020 1.372 casi; nel 2021 (solo fino a maggio) 860 casi. “Gli assalti alle persone, avvengano essi in case, strade, piazze, parchi, veicoli o locali commerciali, sono quotidiani, sempre più pericolosi e infidi. I criminali non utilizzano più per minacciare e sottomettere un coltello o un’arma da fuoco, ma anche altri strumenti altrettanto o più pericolosi, come spruzzare benzina sulla vittima o su chi vuole difenderla”.
La nota avverte del rischio, da evitare, di equiparare i poveri ai criminali. Piuttosto, “il profitto facile e veloce è diventato l’obiettivo principale per molti, quindi il traffico di droga, indipendentemente dai danni e dalla morte che genera, ha molti seguaci e tentacoli. La prova è nelle azioni delle mafie che dominano e uccidono chi si oppone, dentro o fuori il carcere. La corruzione in politica è un’altra forma di criminalità ed è il termometro della criminalità comune. Davanti a essa qualsiasi cittadino può pensare che, se i leader rubano e approfittano, perfino della pandemia, per arricchirsi, perché non lo possono fare tutti, anche impadronendosi di piccoli oggetti come un cellulare o portafoglio?”.
Il Paese, conclude la Commissione, “chiede sicurezza per bandire la paura, compito prioritario delle autorità competenti. È tempo anche che, a partire dall’educazione, si recuperino i valori della famiglia per costruire una società giusta, solidale, inclusiva ed equa”.