In un comunicato, la Conferenza episcopale della Costa Rica (Cecor) esprime sostegno e adesione al Motu proprio “Traditionis Custodes”, pubblicato da Papa Francesco, con il quale stabilisce le linee guida sulle celebrazioni con la liturgia anteriore alla riforma del 1970.
La nota evidenzia che “si tratta di una questione che da tempo occupa l’attenzione dei vescovi della Conferenza episcopale della Costa Rica”; ciò è accaduto prima di tutto a livello diocesano, dove “ognuno di noi ha fatto il proprio discernimento ascoltando le diverse voci e preoccupazioni che sono sorte”. Poi, il tema è stato affrontato “in modo collegiale, aprendo anche le nostre considerazioni alle istanze della comunione universale della Chiesa”.
Secondo la Cecor, “non c’è da noi alcuna giustificazione oggettiva per l’uso della liturgia anteriore alla riforma del 1970”. E “coloro che mostrano affinità per le forme antiche non sempre esprimono la loro valutazione della validità e legittimità della riforma liturgica, dei dettami del Concilio Vaticano II e del magistero dei Sommi Pontefici”.
Perciò, i vescovi della Costa Rica affermano che “essendo abrogati le precedenti norme, istruzioni, concessioni e consuetudini, non è d’ora in poi autorizzato l’uso del Missale Romanum del 1962 o di qualsiasi altra espressione della liturgia anteriore al 1970”. Al tempo stesso, chiedono che il Concilio Vaticano II e la liturgia da esso scaturita siano valorizzati nella formazione dei seminaristi.