La Corte di giustizia dell’Unione europea ha pubblicato oggi la Relazione annuale 2020, che traccia un bilancio delle sue attività nell’anno sconvolto dalla pandemia. “Lo sviluppo in tempi record di soluzioni tecnologiche innovative ha consentito di assicurare il funzionamento quanto più possibile normale degli organi giurisdizionali e la continuità dell’attività al servizio della giustizia europea”, scrive il presidente Koen Lenaerts nella prefazione. C’è stata un’interruzione forzata delle udienze tra metà marzo e fine maggio 2020, ma nonostante questo “le statistiche dell’anno riflettono in misura tutto sommato limitata le conseguenze della crisi sanitaria”. La giurisprudenza più significativa dell’anno, scrive ancora il presidente, “è ricca di sentenze importanti, in particolare nel campo delle libertà fondamentali e dei principi dello Stato di diritto”, testimonianza del “ruolo fondamentale rivestito dagli organi giurisdizionali dell’Unione nel sistema istituzionale europeo e nei confronti sia degli operatori economici sia dei cittadini”. A influire sul 2020 anche la Brexit, in conseguenza della quale i membri britannici della Corte l’hanno abbandonata, ma non il personale britannico in servizio. Nonostante tutto, la Corte di giustizia e il Tribunale hanno potuto “assicurare un trattamento efficace delle cause e garantire la qualità delle loro decisioni”, con misure ed evoluzioni che sono divenuti “insegnamenti di cui l’istituzione potrà tenere conto in futuro”. Il Rapporto si compone di tre parti: “l’Attività giudiziaria” che illustra il lavoro della Corte di giustizia e del Tribunale, propone un’analisi della giurisprudenza dei due organi giurisdizionali, accompagnata da link verso il testo integrale delle sentenze, e contiene statistiche giudiziarie dettagliate; la “Panoramica dell’anno” che offre un quadro sintetico dell’attività della Corte di giustizia e del Tribunale sotto il profilo giudiziario, istituzionale e amministrativo; e infine la “Relazione sulla gestione”.