Con la lettera del 12 febbraio 2021, che la Caritas di Messina ha rivolto alla comunità ecclesiale era stata proposta una Quaresima di carità che tenesse conto dell’allarme che Caritas Italiana lanciava circa la drammatica situazione a Lipa e in tutti gli altri campi profughi della Bosnia-Erzegovina. Nei campi profughi che “ospitano” quanti transitano lungo la rotta Balcanica, in fuga da scenari di guerra e persecuzione, Caritas Italiana, infatti, è presente con preziose attività di sostegno alla popolazione. “Il nostro contributo – scriveva il direttore della Caritas diocesana, padre Nino Basile –, frutto della scelta di uno stile di vita sobrio, potrà sostenere gli sforzi degli operatori di Caritas Italiana e di altre realtà no profit presenti sul posto, per far fronte ad un’accoglienza dignitosa e sicura e rafforzare l’assistenza umanitaria nei campi profughi”.
Il totale della raccolta delle offerte che sono pervenute sino ad oggi alla Caritas diocesana, da parte delle comunità parrocchiali, religiose e delle aggregazioni laicali della Chiesa locale, ammonta a 6.486,54 euro. “Grato per la vostra generosità – afferma oggi padre Basile –, desidero condividere con tutta la comunità ecclesiale questa scelta di carità sostenuta con la solidarietà della nostra gente”. La Caritas diocesana, inoltre, di concerto con l’Ufficio Europa di Caritas Italiana, che si occupa di coordinare gli interventi a sostegno dell’emergenza presente nei Balcani, ha deciso di incrementare di ulteriori 2.500 euro i fondi diocesani raccolti, così da poter garantire per un mese i servizi psico-sociali offerti nei social corner; garantire per un mese i servizi igienico-sanitari offerti dalle Lavanderie Caritas dentro i campi profughi; provvedere alla distribuzione del cibo ai migranti di Bihac per un mese.